IL RAPIMENTO DELLA CHIESA NELLA STORIA.

APOLOGIA (πολογία)

 

 

 

Prefazione

 

Nel periodo storico che l’umanità sta attraversando dove l’incertezza per il domani cresce a dismisura in quanto, guerre, rumori di guerre, carestie, epidemie, terremoti ovunque, tsunami, disimpiego, inflazione globale, una sfrenata corsa ad armarsi sempre di più e col nucleare, violenza, delinquenza, corruzione ovunque e molto altro, oggi, più che mai si rende necessario conoscere cosa ci attende nei prossimi imminenti giorni; e qual è la miglior forma di farlo se non attraverso il libro dei libri, la Bibbia?

La Bibbia si è sempre contraddistinta come l’unico libro al mondo capace di fornire le risposte necessarie alle principali tematiche della vita, quali: chi sono, da dove vengo, qual è lo scopo della vita e dove sto andando. Essere indifferenti a queste tematiche risulterebbe molto pericoloso per la propria anima, la quale, a scanso di equivoci, e immortale (Luc.16:19-31). A questo dobbiamo aggiungerci che la Bibbia vanta il guinness mondiale come l’unico libro profetico al mondo che sia stato infallibile in tutte le Sue profezie. Mai nessuno è riuscito a dimostrare che una sola profezia contenuta in Essa sia falsa. Molti ci hanno provato, anche avvalendosi della menzogna nonché della speculazione, ma alla fine sono stati sempre smascherati (Luc 12:2,3).

In questi ultimi giorni della pazienza di Dio nei confronti della Sua umanità, stiamo assistendo all’adempimento delle profezie riguardanti il tempo della fine. Ovviamente, quando parliamo di “fine” non intendiamo la fine del mondo, ma semplicemente la fine di un’era. In poche parole - come abbiamo già spiegato in molti nostri video - da un momento all’altro il genere umano entrerà in un periodo denominato <<il Giorno del Signore>> conosciuto altresì come <<il periodo della Grande Tribolazione>> della durata di anni sette (Dan. 9:27 e riff); immediatamente dopo il Signore Gesù tornerà per instaurare un governo visibile, dove Lui stesso regnerà da Gerusalemme su tutto il mondo per un periodo di anni mille (1.000). La Bibbia ci dice che tutti questi eventi sarebbero stati anticipati da quello che si può definire l’avvenimento storico, e cioè il Rapimento della Chiesa PRIMA DELLA GRANDE TRIBOLAZIONE!  

Non sono pochi coloro che ritengono questa promessa assurda e ridicola, nonché inammissibile e impossibile. Non ci sarebbe da meravigliarsi se non per il fatto che a giudicarla in questa maniera sono proprio coloro che si autoproclamano “cristiani” … Ed è qui che nasce la famosa domanda del milione, ovvero: come può un cristiano credere (giustamente) che Gesù sia nato da una donna VERGINE! e non credere al Rapimento delle Chiesa? Oppure credere al diluvio UNIVERSALE e non credere al Rapimento della Chiesa? Per non parlare poi del rapimento di Enoch e di Elia; e che dire del mar Rosso aperto in due, il sole che si ferma, l’arca di Noè, le mura di Gerico e tutti i morti che sono stati RISUSCITATI? Ma non è il nostro Dio oltre che l’Iddio dell’impossibile anche l’Iddio dell’incredibile? Ad ogni modo tutto questo ci sorprende sì, ma fino a un certo punto dal momento che se è vero che siamo alla fine dei tempi (ed è vero), era ovvio che ciò si sarebbe dovuto verificare in quanto già preannunciato nella parola di Dio; un passo su tutti:

II Pie. 2:1 << OR vi furono ancora de' falsi profeti fra il popolo, come altresì vi saranno fra voi de' falsi dottori, i quali introdurranno eresie di perdizione, e rinnegheranno il Signore che li ha comperati, traendosi addosso subita perdizione >>.

II Pie 3:3-10 << 3 Sapendo questo prima, che negli ultimi giorni verranno degli schernitori, che cammineranno secondo le lor proprie concupiscenze; e diranno: 4 Dov'è la promessa del suo avvenimento? poiché, da che i padri si sono addormentati, tutte le cose perseverano in un medesimo stato fin dal principio della creazione. 5 Perciocchè essi ignorano questo volontariamente, che per la parola di Dio, ab antico, i cieli furono fatti; e la terra ancora, consistente fuor dell'acqua, e per mezzo l'acqua. 6 Per le quali cose il mondo di allora, diluviato per l'acqua, perì. 7 Ma i cieli e la terra del tempo presente, per la medesima parola, son riposti; essendo riserbati al fuoco, per il giorno del giudizio e della perdizione degli uomini empi.
8 Or quest'unica cosa non vi sia celata, diletti, che per il Signore un giorno è come mille anni, e
mille anni come un giorno. 9 Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come alcuni reputano tardanza; anzi è paziente inverso noi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti vengano a ravvedimento. 10 Ora il giorno del Signore verrà come un ladro di notte; e in quello i cieli passeranno rapidamente, e gli elementi divampati si dissolveranno; e la terra, e le opere che sono in essa, saranno arse.

Come abbiamo letto la Parola ci rivela che negli ultimi giorni degli uomini si sarebbero introdotti nella chiesa del Signore, cioè si sarebbero fatti passare per dei fratelli in Cristo, quindi sarebbero stati mandati e/o assoldati per distruggere il popolo di Dio, e come ben noto uno dei modi per farlo è falsificando la Parola di Dioi modi per farlo Rapimento della Chiesa fa parte del fondamento biblico (e ciascuno badi bene a come vi costruisce sopra 1 (Gal 1:8,9 e riff.). Poiché la Dottrina del Rapimento della Chiesa fa parte del fondamento biblico (e ciascuno badi bene a come vi costruisce sopra 1 Cor 3:11), di conseguenza era inevitabile che in questi ultimi giorni dei falsi cristiani si sarebbero messi a predicare che non esiste nessun Rapimento della Chiesa, oppure che non esiste nessun Rapimento Segreto, oppure che il Rapimento della Chiesa va collocato alla fine della Grande Tribolazione, che poi è la stessa cosa che negarlo! NB: NEGARLO!

La cosa che più fa “sorridere” - che poi non c’è nulla da ridere - è che è stata introdotta una leggenda metropolitana, o forse sarebbe meglio chiamarla leggenda ecclesiale, la quale asserisce che, sia il Rapimento della Chiesa, sia il fatto che questo avverrà prima della Grande Tribolazione è una dottrina nuova apparsa solamente, unicamente e tassativamente che nel secolo IXX. Ah! ...

E’ a questo punto che, chi scrive, si sente chiamato in causa, d’altronde i comandamenti sono espliciti:

·      Luca 19:40 << Ed egli, rispondendo, disse loro: Io vi dico che se costoro si tacciono, le pietre grideranno >> (le pietre sono il mondo, freddo e duro come le pietre, eppure…).

·      Giac 4:17 << Colui dunque che sa fare il bene, e non lo fa, commette peccato >>.

La Parola di Dio è chiara, se la chiesa tace Dio si userà delle pietre (cioè dei non credenti), ma la chiesa un domani dovrà rendere conto del suo silenzio (Ez. 33:6-9 e riff.). Frasi come: “non ti preoccupare ci pensa Iddio”, lasciano il tempo che trovano. Fino a prova contraria Dio ha scelto di operare attraverso della Chiesa. Ovviamente Dio non ha bisogno di nulla e di nessuno, tutto è per grazia, quindi può tranquillamente operare senza avvalersi di nessuno, ma questo né ci esonera dai nostri compiti, né tantomeno ci giustificherebbe in caso di inadempienza, dal momento in cui esiste il comandamento.

Tornando al fatto che il rapimento della Chiesa sarebbe una dottrina “nuova” apparsa solamente nel secolo IXX, va sottolineato che, è triste dover accreditare o screditare una dottrina biblica semplicemente avvalendosi della storia. Poco conta quello che dice la storia dal momento che la Bibbia lo conferma. Vedi ad esempio Ninive, fin dalla nascita della critica moderna è stata sempre utilizzata per deridere e screditare la Bibbia in quanto non era mai stata trovata, poi all’improvviso l’archeologo Paul Emile Botta farà la grande scoperta nel secolo IXX (1849), e come al solito tutti zitti! Per noi cristiani non ha alcuna importanza il fatto storico ai fini di rinfrancare la nostra fede, o dimostrare una verità biblica a noi stessi, piuttosto il fatto storico è importante per dimostrare agli INCREDULI la veridicità della Parola di Dio. NB: con questo non siamo contro la storia, al contrario, l’abbiamo sempre usata e continueremo a usarla in molti nostri video, in quanto anche la Bibbia ce lo insegna. Ora, poiché si vuole usare la storia per far dire alla Bibbia ciò che non ha mai detto, e per di più si pretende far dire anche a quest’ultima ciò che anch’essa non ha mai detto (classico!), col presente scritto si dimostrerà che la dottrina del Rapimento della Chiesa NON è una dottrina apparsa solamente nel secolo IXX, al contrario, è sempre esistita a cominciare già dai tempi dell’epoca patristica.

Per tanto, sia per quanto sopra, che per motivi prammatici, non toccheremo il lato dottrinale - questo l’abbiamo già fatto nei nostri due video intitolati: 1°. Il Rapimento della Chiesa 2°. Patto della Fine, Terzo Tempio di Gerusalemme, Ritorno di Cristo, Rapimento della chiesa - e comunque prossimamente (se Dio vorrà) uscirà un altro video dove approfondiremo ulteriormente questa meravigliosa Dottrina del Rapimento della Chiesa alla luce della Sacra Parola di Dio, la Bibbia (1 Tess 4:13-18).

 

I Capitolo

 

L’epoca patristica

 

Per epoca o periodo patristico si vuole indicare quella parte della storia del cristianesimo relativa ai primi 451 anni d. C. Per la precisione va fatta partire con la chiusura del canone degli scritti del Nuovo Testamento (100 d. C.), avvenuto grazie all’apostolo Giovanni quando sotto dettatura divina scrisse il libro dell’Apocalisse, fino al 451 d. C. data in cui si tenne il concilio di Calcedonia.

Tuttavia, non è possibile circoscriverla in maniera tassativa nella data predetta. Altri studiosi adotteranno parametri diversi.

Parlare sia di questo periodo che degli altri in maniera esauriente, richiederebbe centinaia di pagine, di conseguenza, poiché lo scopo dello scritto è di portare il lettore ad una conoscenza mirata su una tematica ben diversa, e il tutto in maniera prammatica e semplice, per quanto possibile, si esporranno questi periodi in modo elementare e sommario.

Non si può negare che questo periodo insieme a quello della riforma è senz’altro il più importante e stimolante della storia del cristianesimo; ovviamente per motivi teologici.

Data la didattica dello scritto si provvederà a dividere questa epoca in due parti, nella prima si riguarderà al periodo socio-politico, nella seconda la parte teologica. Cominciamo con quest’ultima.

Il paradosso vuole che grazie alla persecuzione del cristianesimo, questo si espanse in maniera molto veloce in tutto il mondo di allora conosciuto, se poi a questo ci si aggiunge il fatto che già allora si verificarono infiltrazioni di falsi credenti, come si evince sia dalle epistole che dalla storia stessa, è chiaro che le false dottrine iniziarono a far la loro comparsa fin dagli albori del cristianesimo, generando così confusione su quello che è il fondamento delle verità bibliche. Fu proprio questo che mosse Costantino a convocare il primo concilio ecumenico noto come Il Concilio di Nicea (325 d. C.). Per concilio ecumenico si intende l’assemblea dei credenti provenienti da tutto il mondo cristiano, ai fini di consolidare, ovvero canonizzare a livello globale le decisioni prese. L’oggetto principale del concilio riguardava la figura di Gesù il Cristo, la quale era stata presa di mira soprattutto dall’arianesimo. Fu grazie a questo concilio che finalmente si giunse alla consapevolezza che Gesù era uno nell’essere o della stessa essenza del Padre. Pertanto nel 325 ancora non avevano capito chi era Gesù il Cristo! Importante segnalare che il concilio che seguì si tenne nel 381 a Costantinopoli, dove l’oggetto principale era la Divinità dello Spirito Santo. E’ qui che molti pseudo cristiani che negano la Trinità, fanno appiglio asserendo blasfemie dottrinali (e anche storiche) quali: “la dottrina della Trinità non è nella Bibbia, essa nascerà solamente nel 381 d. C.!” Come vedete il problema di avere a che fare con delle false dottrine che pretendono far dire alla storia (e alla Bibbia) quello che gli conviene si ripresenta. Ma è chiaro che la Trinità verrà dogmatizzata solamente nel secondo concilio (381 d. C.); se nel primo non avevano ancora capito chi era Gesù, se era o non era Dio, se era cinquanta per cento uomo oppure cento per cento, e moltissime altre controversie che verranno definitivamente chiuse nel quarto concilio di Calcedonia (451 d. C.), come potevano capire la terza Persona della Trinità? E’ chiaro che bisognava PRIMA risolvere il problema della seconda Persona della Trinità, e solo successivamente quello della terza Persona. Inoltre, anche la deità di Cristo è stata risolta tardivamente (325 d. C.). Ad ogni modo va fatta chiarezza sul fatto che, la consapevolezza dell’esistenza della Trinità in tre persone ben distinte ma paritetiche, che costituiscono Dio e NON tre dii è sempre stata presente nella Chiesa. Uomini come Ireneo e Tertulliano hanno apportato molteplici delucidazioni in merito, e tutto questo prima dei concili. Ma con quest’ultimi il tutto venne dogmatizzato a livello globale.

A questo punto la domanda del milione è: se avessimo aggiunto a tutte queste controversie anche il fatto del Rapimento della Chiesa pre-tribolazionista, quando ancora non avevano capito se Gesù era o non era Dio, come pensate che avessero reagito? Come si fa a parlare di equazioni quando non sei ancora capace a fare una mera somma? Ma era logico che prima si doveva imparare l’A, B, C, e solo successivamente passare alle conclusioni più profonde! Ad ogni modo grandi personaggi di quest’epoca che né parlarono non mancarono, e per di più provenienti da quello che allora era considerata la culla del sapere, ma di questo se né parlerà alla fine del quaderno, dopo aver apportato le necessarie delucidazioni sulle varie epoche che hanno attraversato la storia.

Come già scritto sopra, ai fini teologici è stata un’epoca decisiva, infatti, sarà in questo periodo che si definirà il canone del Nuovo Testamento e si chiariranno un gran numero di problemi teologici, uno su tutti, si cercherà di risolvere il problema dei rapporti fra cristianesimo ed ebraismo.

In questo periodo non tardò ad affacciarsi l’apologetica, cioè la difesa della fede cristiana contro i critici avversari. I principali autori di quest’epoca furono: Giustino Martire (100-165 c.a.), Ireneo di Lione (130-200 c.a.), Origene (185-254 c.a.), Tertulliano (160-225 c.a.), Atanasio (296-373 c.a.), Agostino d’Ippona (354-430 c.a.). Indubbiamente Agostino è stata una delle menti più dotate, ma ahimè, per quanto dotato non è stato immune di gravissimi errori. Infatti, sarà Agostino ad introdurre nella Chiesa del Signore delle vere e proprie aberrazioni quali ad esempio la fantomatica pseudo dottrina della predestinazione, nonché l’altrettanta pseudo dottrina della sostituzione; le quali ancora ai nostri giorni godono di popolarità. La prima dichiara che Iddio semplicemente decide di salvare alcuni (a prescindere della vita che faranno sia essa santa o no) e lasciare gli altri semplicemente a se stessi. Ciò non solo è illogico, ma e anche anti dottrinale, dal momento in cui la Scrittura in questo assunto è molto chiara <<chi può fare il bene e non lo fa commette peccato Giac. 4:17>>, per non parlare poi del fatto che Israele essendo stato predestinato come popolo di Dio, e ancora oggi rimane tale, eppure non entrò nell’eredità. Per cui con Israele abbiamo la massima dimostrazione di quanto questa dottrina sia anti biblica. La seconda è la dottrina della sostituzione, e cioè che Israele sarebbe cessato di essere il popolo di Dio e che la chiesa lo avrebbe sostituito. Anche questa dottrina è falsa dal momento che Paolo dichiara espressamente che Iddio non ha abbandonato il Suo popolo (Rom capp 10-11), inoltre i testimoni devono essere almeno due (Deut. 17:6; 19:15), altrimenti per quale motivo tutte quelle promesse fatte dal Signore al Suo popolo con tanto di redenzione finale? E perché satana non fa altro che cercare di distruggerlo da sempre? Dio ha due popoli, uno spirituale e l’altro materiale con un governo e una nazione terrena, ed entrambi hanno delle promesse ben precise e circoscritte, quindi divise.

Ad aggravare la situazione delle controversie è stata la grande divisione verificatasi sia per ragioni socio politiche che per ragioni di carattere linguistico/sociale, la chiesa orientale era di lingua greca mentre quella occidentale di lingua latina, i primi abbracciavano una teologia permeata di filosofia pagana, mentre la chiesa di Occidente era completamente ostile a questa intrusione del pensiero pagano nella teologia. Per fare un esempio pratico della gravità della situazione citeremo la famosissima domanda di Tertulliano su questo argomento: << che cosa c’è in comune fra Atene e Gerusalemme? O fra l’Accademia e la Chiesa? >>.

E’ palese come in quest’epoca cerano ancora molte argomentazioni che causavano grandi controversie nel seno della Chiesa ed erano l’oggetto principale a cui dedicarsi, per cui problemi come il Rapimento della Chiesa venivano solamente in secondo ordine.

 

Periodo socio politico dell’epoca patristica

 

Fin dai suoi albori, la Chiesa ha dovuto sopportare un’aspra persecuzione a cominciare da dove è nata (Gerusalemme); basti pensare che uno dei suoi più accaniti persecutori dopo la sua conversione al cristianesimo è diventato l’autore di quasi tutto il Nuovo Testamento (Paolo di Tarso), il quale a sua volta da predatore è diventato preda. La persecuzione ha compromesso sia la creazione di letteratura cristiana, sia la libera propagazione di quella esistente, impedendogli in una qual certa misura di approdare fino ai nostri giorni, a cominciare ovviamente dalla letteratura riguardante il tema del Rapimento della Chiesa.

Immediatamente dopo le prime persecuzioni inflitte dagli stessi compaesani, seguirono quelle perpetuate dai romani. L’inizio di queste si ebbero con Nerone nel 64 col famoso incendio descritto da Tacito. Immaginate in un clima del genere se c’era il tempo di mettersi a scrivere, quando la parola d’ordine era: si salvi chi può! Ancora oggi a Roma abbiamo le catacombe che testimoniano di come l’ambiente erra ostile e invivibile. E’ chiaro che in un clima del genere c’era ben poco tempo per creare opere letterarie sul pensiero cristiano, e quelle che circolavano rischiavano di essere distrutte. Di conseguenza il tema del Rapimento della Chiesa ha trovato si spazio (come vedremo alla fine) ma in forma minore in quanto bisognava lasciar posto a ciò che richiedeva la priorità.

All’inizio del terzo secolo un uomo si renderà conto come il cristianesimo più lo si perseguitava più cresceva. Costui, essendo un grande politico decise di legalizzarlo, e non solo, lo nominerà religione ufficiale, arrivando a istituire con un decreto il giorno della domenica come festa pubblica ufficiale (321). Quest’uomo era Costantino, il quale lungi dal convertirsi al vero cristianesimo       - non era altro che un grande stratega politico, che tra l’altro fu lui il primo papa e non Pietro - usò quest’ultimo per profitti personali, e da lì nascerà quello che oggi si conosce come il cattolicesimo, come ben dimostra il documento esposto al pubblico nella Basilica di Santa Sofia, Istanbul, stipulato da Teodosio nel 381      d. C.

Da lì in poi, a parte un breve periodo di incertezza sotto il regno di Giuliano l’apostata (361-363), la Chiesa poteva ora contare sull’appoggio dello stato. Costantino voleva avere l’impero unito, e aveva capito che se la chiesa non era altresì unita, il suo impero né avrebbe sopportato le ripercussioni, ecco perché da quel momento si impegnerà con tutte le sue forze a risolvere al più presto tutte le controversie esistenti, cominciando   - come già scritto sopra - col convocare il primo concilio di Nicea (325).

E’ chiaro che in un clima del genere sia politico che teologico, la letteratura è stata compromessa alle necessità impellenti del periodo, e nei momenti più difficili è stata addirittura costretta ad essere risparmiata.

 

II Capitolo

Secoli bui, Medioevo e Riforma

 

I Secoli Bui

 

Il periodo patristico ha avuto il suo epicentro in tutta l’area del Mediterraneo dividendosi il potere politico fra Roma e Costantinopoli (Istanbul). Intorno al V secolo tutta l’area viene fortemente destabilizzata con l’avanzare sia dei barbari, che delle popolazioni del nord Europa, provocando cosi la caduta di Roma che solitamente si colloca nel 476 d. C.  Da questo momento fino all’anno 1000 c.a. nascerà il periodo conosciuto come, i secoli bui. Il nome stesso ci fa capire quanto questo periodo storico fosse difficile sia da un punto di vista sociale, politico e militare, di conseguenza era inevitabile che anche la letteratura, le ricerche, lo studio e la cultura né risentissero. Di conseguenza la teologia non poteva essere risparmiata, tanto più che l’interesse del pubblico sui dibattiti teologici era scemato a dismisura, ecco perché è stato meno prolifero delle altre epoche.

 Nel 410 Roma verrà conquistata da Alarico, questo avvenimento verrà considerato da molti come l’inizio dei secoli bui nell’Europa occidentale. 

Nel VII secolo si verificherà l’espansione dell’islam il tutto il mediterraneo, portando così una ulteriore destabilizzazione politica in maniera precoce e veloce. Bisognerà aspettare l’XI secolo per trovare un certo grado di stabilità grazie ai nuovi poteri emergenti, quali: 1. Impero Bizantino; 2. Europa occidentale; 3. Califfato.

NB: Va premesso che definire i parametri storici in maniera tassativa, è pressoché una impresa assai complessa.

 

Il Medioevo

 

Il termine medioevo viene dall’epoca Rinascimentale, dove gli scrittori avevano tutto l’interesse di screditare questo periodo storico al fine di esaltarne il proprio. Questo periodo solitamente si colloca tra la fine dei secoli bui (1000 d. C.) e il secolo XVI. Anche qui le opinioni sono divergenti.

Fu in questo periodo dove la Francia, precisamente Parigi, verrà riconosciuta come centro intellettuale di tutta l’Europa (vedi Giovanni Calvino ed Erasmo da Rotterdam).

Questo periodo fu caratterizzato da più correnti teologiche, una su tutte (tra l’altro alquanto buffa) la scolastica. Gli eventi ci rivelano che molto probabilmente fu il movimento intellettuale più svalutato di tutta la storia dell’umanità sul pianeta terra. Racconta la leggenda che gli scolastici erano capaci di dialogare su argomenti quali: quanti angeli riuscivano a danzare sulla punta di un ago? E questo dibattito poteva durare dalla mattina alla sera. Ora non sappiamo dire se sia vero o falso, ma comunque ci rendiamo perfettamente conto di quanto il movimento sia stato scarso e svalutato sotto ogni profilo. Solamente con Tommaso d’Aquino, Duns Scoto e Guglielmo d’Ockham la scolastica si rivaluterà in qualche maniera.

Il periodo Medievale sarà importante per definire concetti come ad esempio lo sviluppo della teologia della grazia.

Intorno al XII secolo inizierà l’inquisizione, ponendo al bando, torturando e uccidendo chiunque si opponesse o semplicemente non fosse accondiscendente con la religione ufficiale, il cattolicesimo.

Come possiamo vedere in un clima ancora di assestamento teologico, politico, territoriale, e di grandi persecuzioni, è chiaro che dottrine come il Rapimento della Chiesa, non godessero ancora dell’importanza dovuta a livello globbale, tanto più che i tempi non erano ancora compiuti.

 

La Riforma

 

Il termine Riforma viene utilizzato per classificare più realtà coinvolte, quali: Luteranesimo, Chiesa Riformata (Calvinismo), Riforma Radicale (Anabattismo), Controriforma o Riforma Cattolica. In un discorso generale l’espressione <<Riforma>> verrà utilizzata in riferimento sia ai movimenti protestanti che a quello cattolico, oppure può essere utilizzato in senso più stretto facendo riferimento alla Riforma Protestante, escludendo così il movimento cattolico.

 

NB: in questo scritto non si entrerà in merito sulla diatriba che alcuni presentano sul fatto che gli anabattisti vanno esclusi dalla Riforma, anche se ciò fa sorridere dal momento che sia i Luterani che i Calvinisti e i Cattolici hanno mietuto più vittime tra gli Anabattisti che quando si sono perseguitati fra di loro. Per non parlare dei più noti storici al mondo che avallano questa realtà. Inoltre l’Anabattismo nasce nel cuore della Riforma, ZURIGO!

Per tanto, quando si parla di Riforma e in particolare di Riforma Protestante, dobbiamo prestare molta attenzione a dividere i movimenti nati sotto questo periodo. Troppo spesso si generalizza semplicemente con la frase <<sei protestante!>>.

La Riforma Luterana inizierà nel 1522, la Riforma Calvinista solitamente viene fissata dopo la morte di Zwingli (1531) e la Riforma Radicale (movimento anabattista) solo dopo il 1520 col piccolo gruppo d’intellettuali con a capo Conrad  Grebel, Felix Manz, Wilhelm Reublin, Hams Brotli e Simon Stumpf, conosciuti sopratutto come I Fratelli Svizzeri.  E’ a questo punto che l’inaspettato accade, il gruppo cappeggiato da Conrad Grebel si accorge che il loro insegnante Zwingli che professava la tanto acclamata frase “sola Scriptura”, all’atto pratico era tutto l’opposto. Da lì a poco  si verificheranno le prime voci di dissenso da parte del gruppo d’intellettuali - che tra l’altro ci si cimentava anche col greco e con l’ebraico antico - nei confronti di Zwingli, seguiti da una serie di dibattiti biblici con tanto di tribunali civili, per poi far sfociare il tutto in quello che  ancora oggi  viene ricordato come una delle massacri più terribili della storia, dopo quella dei primi secoli, ovvero: incarcerazioni, torture, pene capitali quali, affogamento, decapitazioni, impiccagioni, rogo, sospensione da incarichi pubblici e non, espulsioni, multe, e molto altro, erano il pane quotidiano sia dei Riformatori Radicali (Anabattisti), sia di chiunque semplicemente non abbracciasse il credo della Riforma Luterana, Calvinista o Cattolica. Alle volte anche quando si ritrattava, la pena del rogo veniva tramutata col taglio della testa, e per di più ci sono stati casi dove anche gli adolescenti NON sono stati risparmiati. Tutto questo semplicemente per professare verità bibliche quali ad esempio, il battesimo nell’acqua va fatto solo agli adulti che hanno creduto e accettato Cristo come personale e unico Salvatore, e mai a un neonato, così come comanda la Bibbia.

In tutta questa storia anche gli ebrei (Dio li benedica) non furono esenti (vedi l’inquisizione sefardita 1492).

In poche parole, come già scritto sopra lo ribadiamo nuovamente, TUTTE le ramificazioni della Riforma iniziarono a perseguitare sia i Riformatori Radicali (Anabattisti), accusandoli falsamente di rivoluzionari, che chiunque semplicemente dissentisse. Per essere considerato un dissidente era sufficiente non frequentare la chiesa di stato, immediatamente si veniva richiamato all’ordine per poi essere processato in caso di inosservanza al richiamo. NB: ogni processo era già di per se una condanna a morte, e che morte!

A questo punto preme aprire una parentesi doverosa al fine di avere una visione corretta della storia già tanto adulterata da una nefanda diffamazione arbitraria.

Nella città di Zwickau, conosciuta anche come la città dei tre profeti, svolse funzioni di parroco un certo Thomas Muntzer (maggio 1520 aprile 1521), nato a Stolberg in Turingia da una famiglia di contadini fra il 1488/1489, aveva studiato sia all’università di Lipsia che di Francoforte per poi seguire la via del prelato, possedeva una gran sapienza e conoscenza, ma ahimè, era molto instabile, poco pratico, attratto dall’apocalittico in maniera confusa e fuori epoca.

Esaltato e assai mistico, nell’aprile del 1521 verrà espulso dalla città di Zwickau in quanto la sua predicazione iniziava ad aggravare ulteriormente il già tanto provato ambiente cittadino a causa delle varie agitazioni socio economiche, politiche e teologiche. Dopo poco tempo annunzierà la creazione di una nuova chiesa “la chiesa dello spirito”, che però fallirà quasi sul nascere.

Continuerà la sua inarrestabile carriera di predicatore spostandosi continuamente fino ad arrivare nella cittadina di Allstedt, in Turingia, dove finalmente riscuoterà il tanto desiderato “successo” (1523/1524). E’ qui che scriverà della letteratura liturgica in lingua tedesca, la quale (nonostante Muntzer professasse un completo distacco dal cattolicesimo) nel leggerla ci si meraviglia di quanto fosse completamente improntata sul cattolicesimo, con tanto di messa e di battesimo per i neonati.

Anche Muntzer seguirà la linea di Lutero sposandosi con una ex monaca, e il 9 luglio del 1523 scriverà a Lutero per prendere contatti per una conciliazione. Nei suoi scritti si evince chiaramente come esalta la parola interiore a discapito della Bibbia. In pratica ciò che contava per Muntzer era seguire la parola ispirata dal proprio spirito e non la Bibbia; quest’ultima vi doveva essere subordinata e aveva il semplice compito di confermare ciò che il nostro interiore comanda (secondo lui!). Alla fine si schiererà anche contro Lutero con diversi scritti, uno su tutti: Protestation oder Entbietung von dem rechten Christen glauben und der Taufe, del 1524 (Protesta o rimprovero della vera fede Cristiana e del battesimo).

A differenza dei primi anabattisti (Conrad Grebel e company), i quali erano di un biblicismo encomiabile e presentavano la croce del Cristo come la croce che ogni cristiano deve portare, Muntzer rinnegava questo fondamento biblico, asserendo assurdità quali: <<la croce è malattia, debolezza, mancanza di fede, errore!>>. E ancora asseriva che bisognava conquistare il regno con la forza e la violenza. In poche parole era un vero e proprio rivoluzionario, alieno alla Riforma Radicale (Riforma Anabattista), con una visione completamente offuscata nonché inebriata, sia sul campo teologico che razionale. Per farla breve, questo personaggio controverso troverà un folto gruppo di seguaci che lo seguiranno in quella che sarà conosciuta come “la guerra dei contadini (1524)”, la quale si concluderà con un massacro di quella povera gente mal capitata; su un totale di 8000 anime c.a. 5000 moriranno, e Thomas Muntzer fuggirà nella città di Frankenhausen dove verrà scovato e decapitato il 27 maggio 1525.  

Grazie a Dio la storia è chiara nel dimostrarci che dopo la sua morte non si verificò un proseguo della sua attività da parte dei suoi mal capitati discepoli. E’ naturale, in quanto qualsiasi persona si proclami profeta e fallisca nelle proprie dichiarazioni è destinato sia a cadere nel dimenticatoio che nella vergogna.

E’ importante sottolineare l’estraneità del movimento anabattista in tutta questa faccenda, nonché il fatto che l’anabattismo si è sempre distinto - salvo rarissime e isolate eccezioni -  per un equilibrio sia biblico che razionale, mettendo al bando tutti i sognatori, pseudo profeti e rivoluzionari. Inoltre, uno dei segni distintivi dell’anabattismo era l’attitudine alla non violenza in quanto espressamente riprovata dalla Parola di Dio (la Bibbia). Un classico esempio della dottrina biblica degli anabattisti lo troviamo in Melchior Rinck, il quale essendo anch’egli caduto nella trappola della predicazione di Muntzer, partecipò alla guerra dei contadini (1524). Nel 1527 si incontrerà con un capo anabattista (Hans Denck) dove verrà guadagnato al vero Evangelo di Gesù il Cristo. Da quel momento nella sua predicazione non ci sarà più traccia delle idee rivoluzionarie di Muntzer. In tutti i processi che dovette affrontare (come tutti gli anabattisti), mai e poi mai venne verbalizzato nulla di violento o illegale, tranne il fatto di non piegarsi alla apostasia proposta dalla riforma, come avremo modo di elencare più avanti quali fossero questi pseudo reati.

Al fine di completare il quadro e giungere alla conclusione finale, è necessario aprire un’altra parentesi, e per farlo non potevamo scegliere che Heinrich Bullinger (1504/1575).

Ancor prima di Bullinger, il riformatore Zwingli si è subito distinto per il suo spirito inquisitorio che, ovviamente, non si è fermato ai fatti pratici, quali: confische, espulsioni, incarcerazioni, torture e pene capitali, ma, da “buon” intellettuale, non ha indugiato ad usare l’inchiostro come strumento venefico per colpire gli anabattisti, arrivando persino a paragonarli con i “Profeti di Zwichau” o ancor peggio con Thomas Muntzer!  Il suo ultimo scritto anti anabattista fu intitolato: In Catabaptistarum Strophas Elenchus (agosto 1527). E’ a questo punto che dopo la morte di Zwingli, nel 1531 scende in campo Heinrich  Bullinger con il suo trattato anti anabattista intitolato: Vom dem unverschampten Fravel, ergerlichem fern (Lo sfrontato crimine, la dolorosa confusione e la falsa dottrina degli arbitrari ribattezzatori) (Zurigo 1531), un trattato singolare che viene presentato in forma di dialogo per agevolare il lettore comune. Bullinger non risparmia nessun colpo arrivando perfino ad asserire che le donne cedevano i loro corpi alla fratellanza, in quanto la Scrittura comandava loro di abbandonare ogni cosa e rinunciare a tutto quello che si ama di più. Ad ogni modo sul tema della falsa accusa sulla licenziosità, Bullinger non si spinse più di tanto in quanto consapevole del fatto che il popolo vedeva coi propri occhi qual casta, mansueta, santa e onesta fosse la comunità anabattista. Il paradosso vuole che egli stesso asserirà che nei conversi all’anabattismo si manifesta un radicale cambiamento di vita, ma che questo non è una prova di cristianesimo! Ovviamente non mancherà di diffamarli anche sul lato teologico, pretendendo falsamente di addossargli abbominazioni dottrinali quali: la dottrina dell’apokatàstasis (restaurazione finale degli empi e dei diavoli) e della psychooannychia (sonno delle anime). Questi solo per fare due esempi di quanto fosse nefando, perverso e ingiusto questo trattato. Ma grazie siano rese a Dio che esistono un gran numero di trattati, opuscoli, articoli di fede, libri di dibattiti dell’epoca, inni anabattisti e testimonianze che dimostrano nero su bianco quanto queste accuse siano mendaci e diaboliche, e se non fosse sufficiente abbiamo un altissimo numero di verbali redatti dalle autorità sia civili che giudiziarie, i quali descrivono bene la fede degli anabattisti. Ma di questo né parleremo tra breve. Nella sua ossessione inquisitoria, anche Bullinger si macchierà della falsa accusa di annoverare il gruppo sorgente dei Fratelli Svizzeri (primi anabattisti, Conrad Grebel e company) alla discendenza sia dei Profeti di Zwickau che di Thomas Muntzer. Bullinger fu una delle principali cause che hanno sporcato l’immagine anabattista. Ancora ai nostri giorni sono molti a credere che gli anabattisti furono una sorta di apostati che hanno seguito le orme di Thomas Muntzer. A proposito di quest’ultima accusa sulla “loro complicità con Muntzer”, è bene sottolineare che tutti i moderni storici dell’anabattismo concordano che ciò è semplicemente falso, e che Grebel e Manz (capi anabattisti) non si siano mai incontrati con Muntzer a Griessen di Reublin in quanto le date del soggiorno di Muntzer sono completamente diverse da quelle di Grebel e Manz.

A questo punto ci si si potrebbe chiedere quali sarebbero stati i reati che gran parte dell’Europa di quel tempo avrebbe imputato a questi santi uomini, per arrivare a incarcerarli, torturarli, bruciarli vivi, senza neppur risparmiare - in più casi - degli adolescenti? La risposta è vergognosamente semplice: il loro credo! Di seguito vogliamo rappresentare una parte dello scritto del Dott. Balthasar Hubmaier (uno dei tanti capi dell’anabattismo) dove egli elenca alcuni art. di fede:

1.    Chi sono gli eretici? Ce lo dicono i primi 2 dei 36 art.: eretici sono tutti coloro che contrastano empiamente la Sacra Scrittura (la Bibbia), eretici sono altresì tutti coloro che gettano un velo sulla Scrittura interpretandola in modo diverso da come lo Spirito Santo esige. Esm: pascere con dominare, Chiesa con Roma, e costringono a credere a queste eresie;

2.    Gli eretici devono essere vinti con sante testimonianze, e NON rissosamente, ma DOLCEMENTE;

3.    Cristo ci comanda di sopportare e di aspettare il tempo della mietitura. Per questo gli inquisitori sono ESSI i più grandi eretici.

Hubmaier afferma che né lo stato né il cristiano hanno il diritto di usare la spada contro gli empi, e che il cristiano l’unica spada che deve usare è la Parola di Dio e non una spada di ferro per uccidere. L’autorità secolare ha il diritto e il dovere di castigare i criminali ma non gli empi.

   25. Anche bruciare i libri degli eretici serve a poco se non si combatte            l’errore con la verità. E’ cosa da niente bruciare della innocente carta, piuttosto bisogna indicare gli errori e confutarli con la Scrittura. Questa è sapienza.

35. La legge di bruciare gli eretici è una invenzione del diavolo (e infatti, ahimè, anch’egli fu bruciato vivo!);

Il suo scritto si concluderà con la frase che diventerà celebre: <<la verità è immortale>>.

Come quasi tutti i capi anabattisti, anche Balthasar Hubmaier farà la fine di tutte quelle migliaia di persone che hanno suggellato la loro fede nel Cristo vivente col proprio sangue. In una lettera Zwingli informerà a Capitone che era riuscito a far imprigionare Balthasar Hubmaier sottoponendolo alla tortura e riuscendo a farlo ritrattare per ben tre volte mentre veniva stirato al cavalletto. Tre volte dovette fare anche la ritrattazione pubblica. Balthasar Hubmaier riconobbe tutta la sua fragilità e asserirà di essere stato umiliato da Dio stesso. Fu questa esperienza che lo fortificò e lo rimise in carreggiata nella predicazione dell’Evangelo una volta liberato. Dopo essere stato nuovamente arrestato nel 1527, passerà un carcere durissimo, malato, solo, senza libri, poco robusto, verrà nuovamente costretto a ritrattare, ma questa volta cederà fino a un certo punto. Ritratterà solamente su alcuni punti rimanendo saldo su altri, ma alla fine riuscirà a trovare la forza nel Signore Gesù per sopportare le torture atroci che gli spezzavano ogni parte del suo corpo già tanto provato e debole, per non ritrattare completamente. Il 10 marzo 1528 verrà portato sul luogo dell’esecuzione. Qualche giorno dopo anche la moglie suggellerà la fede col martirio, dove su un ponte del Danubio verrà gettata nel fiume con una pietra al collo. Un testimone ha lasciato la testimonianza scritta contenuta negli archivi dell’Università di Vienna. 

Altri punti risalienti della dottrina biblica dell’anabattismo sono la condanna del pedo battesimo, dove anche qui non poteva mancare la difesa dell’apologista Balthasar Hubmaier, alcuni aspetti risalienti di questo pensiero anabattista espressi da Hubmaier sono: il cristiano mediante il battesimo nell’acqua testimonia la propria fede. Il battesimo deve essere preceduto dall’ascolto della Parola, dal pentimento, dalla fede e dalla confessione, deve altresì essere seguito da una vita che sia una pubblica testimonianza della fede professata. Con il battesimo si dimostra appartenenza, obbedienza e sottomissione non solo a Gesù il Cristo, ma anche alla Chiesa. Quindi è un simbolo di un duplice impegno.

Contrariamente il battesimo impartito ai neonati è insignificante nonché perverso perché deruba il vero significato del vero battesimo. E’ ridicolo asserire che non c’è un passo della Scrittura che vieti categoricamente il pedo battesimo. E’ chiaro abbastanza agli occhi per vederlo benché non sia messo nero su bianco <<non battezzate i bambini>>. Se così fosse allora io potrei battezzare il mio asino, il mio cane, oppure circoncidere le bambine semplicemente perché non viene specificato di non farlo!

A questi accenni che stiamo apportando (alla fine dello scritto sarà chiaro perché lo stiamo facendo) non potevamo escludere i 7 art. di Schleitheim (località di Schleitheim, cantone svizzero di Sciaffusa) redatti il 24 febbraio 1527, da un certo numero di esponenti dell’anabattismo provenienti dalla Svizzera e dalla Germania meridionale. I punti trattati sono:

1.    Battesimo;

2.    Scomunica;

3.    Cena del Signore;

4.    Separazione dal mondo;

5.    Pastori;

6.    Non resistenza;

7.    Giuramento.

In detti articoli si evince chiaramente la loro santità, mansuetudine, fedeltà biblica e astensione al giuramento, a tal punto che tutti coloro che avessero una vita empia, amorale e violenta venivano scomunicati e privati della santa cena fino a ravvedimento (art. 2). Interessante notare come sia Zwingli che Calvino vollero confutare gli articoli di Schleitheim (apportando in questo modo ulteriore documentazione storica), Zwingli inserì la propria refutazione nel suo Elenchus, mentre Calvino scrisse nel 1544 la “Brève instruction, pour armer tous les bons fidèles contre les erreurs de la secte commune des anabaptistes”.

La pena capitale era stata adottata in Svizzera nel 1525 nei cantoni cattolici, nel 1526 nei cantoni protestanti, nel 1527 in alcuni stati della Germania e territori soggetti alla corona austriaca. Nel 1528 una legge imperiale la estenderà su tutto quello che allora comprendeva il Sacro Romano Impero, dando così inizio a quello che la storia ricorda come la più sanguinaria persecuzione che l’umanità abbia mai conosciuto dopo quella dei cristiani dei primi secoli.

Il primo mandato in terra protestante che decretava la pena di morte per il ribattesimo (battesimo degli adulti) fu quello emesso dal Consiglio della città di Zurigo il 1 marzo 1526. Da quel momento si spanderà a macchia d’olio. Negli stati del Sacro Romano Impero invece verrà emesso nel 1527.

Si era perfino arrivati al punto di considerare gli anabattisti vere e proprie bestie, privandoli anche di un processo (che poi erano tutti falsi) formale, e che chiunque li incontrasse poteva ucciderli liberamente. Questo avvenne nel Wuettemberg con ordine di Ferdinando I del 26 gennaio 1528, nel Palatino elettorale (ad Alzey nel 1527) per l’arbitrio di un funzionario locale, nella Svevia nel 1527/28 coi squadroni di cavalleria, e nelle città cattoliche di Uri, Schwyz, Unterwaldem e Zug dal 10 giugno 1532. Nella corona austriaca con mandato del 27 febbraio 1528, e in Baviera col mandato del 27 aprile 1530, anche coloro che ritrattavano venivano uccisi tramutando la pena del rogo con quella della decapitazione. Anche il congregarsi fuori della chiesa stabilita nonché l’omettere formale denuncia alle autorità competenti erano reati perseguibili. In poche parole l’unione dello stato con la chiesa ha reso possibile uno dei massacri più atroci dell’umanità per motivi di fede.

La pena più comune era il rogo, talvolta si legava un sacchetto di polvere da sparo al collo, oppure si cospargevano i capelli, la barba e i vestiti con polvere da sparo. Frequentemente prima dell’esecuzione il boia mozzava la lingua del condannato e le strappava dal corpo pezzi di carne con delle tenaglie roventate. Si comprende come non fosse la paura di morire ciò che preoccupasse il cristiano, ma quella delle sofferenze che si dovevano passare, ed erano queste che in alcuni casi hanno fatto vacillare la fede di grandi uomini di Dio. E’ più che compressibile, scriverlo è semplice, parlarne ancora di più, ma passarlo è tutta un’altra cosa!

Voci di dissenso ce né furono, come ad esempio Filippo d’Assia, i teologi Johanann Brenz, Ambrosius Blaurer, Andreas Osiander, il Pastore Johanan Odenbach, ma dopo il 1535 nessuno più oserà pronunciarsi contro la pena capitale.

Ambrosiua Blaurer, che nel 1531 presiedette la conferenza Memmingen, con la quale si dichiarava inconcepibile la pena capitale per gli anabattisti, improvvisamente cambierà idea nel 1536 compilando a nome della Facoltà di Teologia di Tubingen la risposta al quesito proposto dal duca Ulrico di Wurttemberg, dove riconosceva pienamente allo stato il diritto di uccidere gli anabattisti con la pena capitale, non prima però di cercare di convincerli con la persuasione (sennò che cristiano è! ...). La stessa linea seguirà Johannes Brenz, che nel 1528 negherà con suo Underrcht Philips Melanchthon, che lo stato ha qualche diritto a uccidere o far violenza per questioni religiose, sarà uno dei firmatari del Prozess, wie es soll gehalten werden mit den Wiedrtaufern, del 1557, in cui Melantone ed altri eminenti teologi della chiesa luterana giustificavano ancora una volta il ricorso della pena capitale.

Arrivati a questo punto non possiamo esimerci di nominare il sig. Martin Lutero. Tutti conosciamo bene come nei suoi primi scritti abbia duramente criticato l’operato cattolico contro gli eretici (il rogo veniva condannato in una delle sue 95 tesi del 1517, e nell’Appello alla nobiltà cristiana del 1520), e come questi dovevano essere piegati senza il rogo o lo stato, ma con la Sacra Scrittura, e lo stato doveva operare dentro il proprio margine senza interferire in questioni di fede. D’altronde la chiesa aveva i suoi propri mezzi disciplinari quali: ammonizione fraterna e bando. Lutero era perfino favorevole alle sette in quanto strumenti usati da Dio per stimolare i veri credenti, arrivando addirittura ad affermare che Thomas Muntzer andava lasciato perdere. Anche se immediatamente dopo asserirà che chiunque combatta con il pugno, lo stato dovrà rispondere di conseguenza.

Lutero seguirà questa linea fino al 1528, ma dal 1529 improvvisamente cambierà il suo pensiero approvando il mandato imperiale di Spira del 1529 e quelli successivi, i quali decretavano la pena di morte per gli anabattisti. Ad ogni modo fin dall’inizio (nonostante contrario alle carneficine) considerò gli anabattisti nemici dello stato lungi dall’essere considerati spirituali nonché sediziosi e rivoluzionari. Nella sua esposizione del Salmo 82, del 1530, si evincerà chiaramente questa netta metamorfosi. Il suo spirito privo di sentimenti inquisitori improvvisamente si lascerà trasportare oltre i confini della ragione adottando quello che prima condannava. Lutero affermava che non c’è nessuna differenza o contraddizione nell’asserire che siamo tutti liberi di non credere (come aveva sempre sostenuto fino a quel momento), e il fatto che lui appoggiasse la pena di morte nei confronti degli anabattisti, che invece si ostinavano a non abbracciare il credo luterano (infatti era questa l’accusa mossagli da Lazarus Spengler di Norimberga). Lutero a sua difesa presenta la distinzione fra l’esser <<soltanto eretico>>, cioè dissentire su questioni di secondaria importanza, ovvero di pubblica irrilevanza, e chi invece professa e insegna apertamente opinioni che contrastano con quelle della chiesa di stato e danno luogo a pubblica irrequietezza. In poche parole Lutero asseriva che credere in maniera scorretta e a sua volta pubblicarlo (evangelizzare), diventava una bestemmia. Lutero era contrarissimo al fatto che coloro che non abbracciassero il vero credo (quello luterano) lo manifestassero pubblicamente contrastando così il credo degli apostoli, per tanto erano pubblici bestemmiatori e dovevano essere soggetti alle punizioni temporali (pena capitale). Tale affermazione risulta invalida dal momento che gli anabattisti potevano tranquillamente abbracciare il credo apostolico, rendendo così il concetto di bestemmia di Lutero completamente arbitrario. Lutero considerava qualsiasi offesa all’Evangelo una bestemmia, è in questa vi inseriva anche il rifiuto del battesimo ai neonati. Stando però a questo principio, qualsiasi dissenso sul suo punto di vista sarebbe stato considerato una bestemmia. Secondo Lutero in questo modo non veniva punito l’eretico, ma semplicemente il pubblico bestemmiatore, egli classificava l’eretico come una persona da sottoporre a una mera disciplina ecclesiale, mentre il pubblico bestemmiatore doveva essere sottoposto alla legislazione in vigore che puniva la bestemmia con la morte sulla base della sola Scriptura (Lev. 24:16) e il Codice Giustiniano:

(6) E COSTA, Crimini e pene da Romolo a Giustiniano, Bologna 1921, pp.199-200 rileva che in epoca giustinianea non vengono introdotte nuove figure di reato a parte la bestemmia. Nov. 77) e la celebrazione di cerimonie attinenti il culto cristiano in edifici privati che non sono idonei ad esserne sede (Nov. 58): le rispettive punizioni sono la pena capitale e la confisca dell’edificio irregolarmente adibito al culto. Si veda anche A. BURDESE Manuale di diritto pubblico romano3, Torino 1987, p. 269.  Secondo la dottrina, l’introduzione   del reato di bestemmia discende dal fatto che, se son degne di pena le ingiurie recate agli uomini, tanto più lo devono essere quelle recate alla divinità.

Era questa la tesi che costituiva la definizione di bestemmia, in tal modo da renderla un reato vero e proprio nei confronti dell’ordine costituito di cui la chiesa né era parte integrante. Ecco qui che anche gli anabattisti, per quanto miti potessero essere venivano annoverati come sediziosi e ribelli.

Secondo Lutero questo modo di giudicare non somigliava affatto all’inquisizione cattolica, in quanto gli anabattisti venivano giudicati davanti a una corte civile avvalendosi delle leggi dello stato. E’ chiaro che questo agire era semplicemente ipocrita in quanto le corti civili (che non avevano nessuna competenza in teologia) condannavano gli imputati di reato avvalendosi unicamente delle indicazioni indicategli dai teologi della chiesa di stato.

Nel 1531 le idee di Lutero diventeranno la posizione ufficiale della Facoltà di teologia di Wittemberg. Data l’agitazione che provocavano le esecuzioni capitali degli anabattisti, l’elettore Giovanni chiederà l’opinione dei teologi di Wittemberg e in particolare di Lutero. Sarà Melantone in persona a stilarla alla fine dell’ottobre del 1531 (Gutachten an den Kurfursten von Sachsen). Il documento iniziava con un’aspra definizione dell’anabattismo definendolo una dottrina falsa e sediziosa, di conseguenza anche i suoi membri altro non sono che dei sediziosi e bestemmiatori. Il documento li classifica in tre gruppi: 1) i propagandisti ed i recidivi; 2) i seguaci che professano dottrine sediziose; 3) gli erranti per ignoranza che potrebbero essere persuasi a ritrattare. I primi due gruppi (secondo il documento) devono essere messi a morte, quelli del terzo devono essere trattati con misericordia, a condizione però che dopo essere stati ammaestrati ritrattino e facciano pubblica penitenza, in caso contrario, siano espulsi dal paese o castigati con altra mite punizione in quanto posseduti dal diavolo, sempre che non professino dottrine di sedizione.

Degno di nota è il parere personale che Lutero aggiungerà a quello della Facoltà: << Consento. Benché sembri crudele punirli con la spada, è più crudele che essi condannino il ministerio della Parola e non avendo una ben fondata dottrina sopprimano quella vera e cerchino in questo modo di sovvertire l’ordine civile >>.

E’ importante segnalare che Melantone ebbe a svolgere un ruolo di primo ordine nella politica ecclesiastica della Sassonia elettorale, assumendosi con impeto il ruolo di giustificare nonché raccomandare la linea adottata dalla Facoltà di Teologia di Wittenberg. Furono diversi i suoi scritti antianabattisti che propagandavano la linea inquisitoria (anche se così non veniva definita), alcuni di questi sono:

·      Etliche propositiones wider die lehr Widerteuffer (Alcune dichiarazioni contro la dottrina degli anabattisti) del 1535 in occasione degli eventi di Munster;

·      L’opuscolo del 1536, Verlegung etlicher unchristlicher Artikel, welche die Wiederteuffer furgeben (Pubblicazione di alcuni articoli anticristiani, che gli anabattisti espongono);

·      L’ultimo suo scritto un anno prima di morire, Ob fromme Obrigkeiten unrecht tun, wenn sie an schrecklichen Irrttumern festhaltende Wiedertaufer toten (Se le pie autorità agiscano ingiustamente, quando uccidono gli anabattisti che si ostinano nel loro spaventevoli errori), 1559.

Anche Justus Menius, come Melantone perseguirà nei suoi scritti la rivendicazione ossessiva di dimostrare che è giusto mettere a morte gli anabattisti. Nel 1538 due anabattisti, Hans Kohler e Hans Scheffer furono giustiziati non per sedizione ma per bestemmia, inasprendo così gli animi in particolare del popolo, nei confronti di una condanna a morte per motivi unicamente di fede. Fu allora che Justus Menius scrisse un trattato intitolato Wie ein jeglicher Chrst gegen allerley lere… sich gebehrlich halten son (Come ogni cristiano ha il dovere di comportarsi di fronte a ogni genere di dottrina), egli sostiene che il clero deve usare soltanto armi spirituali, mentre invece le autorità civile hanno l’obbligo di punire severamente coloro che insegnano false dottrine, in quanto aperti bestemmiatori, assassini di anime e insidiatori della pace e la sicurezza dei sudditi. Ecco qui un altro esempio di cosa succede quando lo Stato e la chiesa diventano un organo unico.

Justus Menius ripresenterà un altro scritto, Von dem Geist der Widerteuffer (Dello spirito degli anabattisti), 1541, dove apparirà nella prefazione un commento elogiativo del sig. Martin Lutero. Importante notare che a quel punto erano passati ben sei anni da Muntzer, rendendo così impossibile sostenere contro ogni evidenza che gli anabattisti della Turingia, della Sassonia o dell’Assia fossero dei sediziosi. Le loro uccisioni (barbare) erano esclusivamente per motivi di fede (biblica).

Più di qualche storico pensa che Martin Lutero ebbe dei tentennamenti sulla linea sanguinaria e intransigente adottata in maniera standard su chiunque fosse annoverato come anabattista. Ad ogni modo questi tentennamenti non si concretizzarono in quanto nel 1536, aggiungerà il proprio consenso allo scritto dei teologi di Wittenberg al quesito di Filippo d’Assia, ma aggiungerà una raccomandazione di accompagnare la severità con la misericordia.  

Un chiarimento va fatto, è chiaro che ci sono stati casi dove degli anabattisti hanno avuto comportamenti indegni, indecorosi, immorali e rivoluzionari, ma è storicamente approvato che si è sempre trattato di casi rarissimi e isolati, mentre quello che non è stato isolato è l’atteggiamento inquisitorio della restante parte della riforma che, sulla base  della frase “Sola Scriptura”, hanno ucciso una infinità di gente innocente unicamente per motivi di fede, per non parlare della famosa caccia alle streghe nata nel medioevo e portata avanti per tutta l’epoca della riforma. Ci sembra che il paragone non regga! A conferma di questa realtà storica che stabilisce la buona fama e reputazione degli anabattisti, isolando in maniera ben evidente i rari casi di agitazione spirituale e morale, sono gli stessi scritti antianabattisti, i quali recitavano: <<la buona condotta degli anabattisti è un’opera del diavolo!>>. La cosa triste è che molti sono i teologi che seguirono questa linea di pensiero ambigua, nonché paradossale. Se volessimo proseguire coi paragoni, sarebbe degno di nota attingere a quel fatto storico dove gli anabattisti formulando delle accuse sui loro inquisitori, cioè di avere dei costumi che non raccomandavano ai loro ascoltatori, ricevettero la risposta di Justus Nenius che, come sempre rispose con una delle sue consuete frasi paradossali: <<Bisogna fare distinzione fra la persona, con la sua vita, la sua condotta e le sue opere, ed il suo ufficio e magistero. E quando l’ufficio e il magistero sono retti e puri, ma la persona è da biasimarsi, tu attieniti all’ufficio e al magistero e lascia andare la persona con le sue opere!>>.  Come disse più di qualche storico, era una pessima lezione di luteranesimo, ma era altresì l’unica maniera di gettare tutta la colpa sugli anabattisti che presentavano delle giuste osservazioni sui loro carnefici, che pretendevano evangelizzarli presentando come unica alternativa alla religione la morte, e la morte per tortura e rogo. Anche qui sembra che il paragone tra gli anabattisti e il resto della riforma non regga, le ragioni dei malcapitati martiri erano assai ben più valide degli sterili discorsi del “sig.” Justus Menius e company. Le opere di Justus Menius del 1530, 1538 e 1544 si trovano in Der ander Teil der Bucher D. Martin Luthers, Wittenberg, 1551.   Sul suo pensiero e sulla sua opera: G. L. SHUMUDT, Justus Menius, 2 vv. 1867.

Giunti a questo punto, prima di chiudere con l’epoca della riforma e passare alla finalizzazione del quaderno che terminerà presentando i vari personaggi storici che hanno predicato la dottrina del rapimento attraverso i secoli, è necessario elencare alcuni parametri riguardanti i documenti storici (elencati finora) presenti negli archivi, dove vengono conservati al fine di essere consultati e studiati:

·       Petizione al Landtag, uno dei più importanti documenti sull’anabattismo conservati negli archivi di Zurigo. La petizione non fa che confermare il carattere evangelico e non violento dell’anabattismo dei Fratelli svizzeri;

·       Johannes Kessler (1502-74) riformatore e cronista di S. Gallo, autore della famosa storia culturale ed ecclesiastica intitolata Sabbata;

·       Gabriel Gibel di S. Gallo, diventò un collaboratore di Conrad Grebel. In agosto del 1525 scriverà una lettera ai fratelli di Zollikon, asserendo che 500 persone erano state battezzate;

·       Una documentazione importante di come si svolgevano i processi di alcuni cristiani che venivano messi a morte per la loro fede si trova in Muller, Berner Taufer, 42.s. Sui processi contro gli anabattisti a Berna nel XVI secolo: A. Fluri, Tauferhinrichtungen in Bern im 16.  Jahrhundert, <<Berner Heim>>, 1896;

·       Sulle vicende di Waldshut in questo periodo: J. Loserth, Die Stadt Waldshut und die vorderosterreichische Regierung in den Jahren 1523-1526, << Archiv fur Oesterreichichte>>, LXXVII,1-149;

·       Sommario della dottrina anabattista scritti da Sattler e spediti a Bucero e Capitone. Costituisce un documento importante di quella che era la fede degli anabattisti della Germania meridionale dell’epoca delle riforma;

·       La grande cronaca Hutterita scritta tra il 1565 e il 1665;

·       Lo specchio dei martiri;

·       Grande antologia filosofica VIII;

·       Hans Hut, lasciò quattro scritti e diversi inni, uno di questi scritti è: Vom Geheimnus der Tauff;

·       Catharina Zell, Archivi Der Kulturgeschichte;

·       Lettera di Capitone, Archivi ecclesiastici di Basilea;

·       Gesuita persecutore degli anabattisti, biblioteca vaticana (biblioteca Ottoboniana);

·       Processo di Hubmaier, archivi dell’Università di Vienna;

·       Atti processuali di Hofmann, archivi di Stato di Spira;

·       Opuscolo di Magonza 1524, biblioteca di Civica di Magonza;

·       Lettera di Wlfgang Vogel c.a. 1500, archivi di Norimberga;

·       Nwff, Nurnberg, ME, III, 927, importante documento storico anti anabattista;

·       Grosso Codice Hutterita.

Gli elenchi potrebbero continuare per intere pagine, pertanto ci fermeremo qui; quanto riportato è più che sufficiente per dimostrare quanto asserito.

Come abbiamo potuto constatare l’epoca della riforma è stata caratterizzata da un periodo di assestamento spirituale, territoriale, politico, economico, militare e molto altro. E’ a questo punto che, chi scrive, pone la seguente domanda: come si può pretendere che uomini come Lutero, Calvino, Bucero, Zwingli, Melantone, Menius e moltissimi altri, avessero predicato la dottrina del Rapimento della Chiesa, quando non erano neppur riusciti a capire che i neonati non vanno battezzati? E questo solo per rappresentare una delle moltissime lacune bibliche che venivano sbandierate come la più grande verità della Bibbia. Per non parlare del fatto che ancora non avevano capito che i veri cristiani (che loro chiamavano dissidenti) non dovevano essere né torturati né tantomeno uccisi, e uccisi bruciandoli vivi, avvolte anche a fuoco lento! Ripetiamo la domanda/perplessità: chi asserisce quanto appena detto pretendendo così di presentare una prova, è a conoscenza di tutti questi eventi storici, i quali sono confermati da una infinità di documentazione? A sua volta si pone un altro quesito: come potevano gli anabattisti e tutti quei altri gruppi che non partecipavano a queste brutalità, in quanto non facevano parte di quei movimenti, parlare del Rapimento della Chiesa quando la parola d’orine era: SI SALVI CHI PUO’! Per non parlare di tutte quelle nazioni dove veniva proibito possedere foss’anche una sola porzione della Sacra Scrittura, pena la morte (vedi la storia di William Tyndale 1494/1536). E’ chiaro ed evidente che ci si trova davanti una perniciosa volontà di presentare le proprie pseudo asserzioni, facendo leva sulla mancanza di conoscenza da parte dei più, per poter pretendere che delle pseudo conclusioni vengano accettate e avallate come l’unica verità da accettare e perseguire.

 

Capitolo III

 

Il Rapimento della Chiesa nella storia.

 

Come abbiamo potuto dimostrare nella conclusione del precedente capitolo, la situazione era a dir poco confusa e in fase di assestamento sotto ogni punto di vista, compromettendo così la lucidità spirituale, senza la quale è impossibile poter capire e perseguire le dottrine della Bibbia come appunto quella del Rapimento della Chiesa, e, come già visto, questo non è valso soltanto per l’epoca della Riforma, ma per tutte quelle epoche che hanno attraversato i secoli a partire dalla nascita del cristianesimo, e come se ciò non bastasse, sia i conflitti bellici che religiosi hanno determinato la distruzione di un  numero incalcolabile di manoscritti e scritti, il cui numero non potrà mai essere calcolato, ma certamente si tratta di centinaia di milioni di unità (vedi ad esempio la storia della biblioteca di Alessandria dove soltanto in due incendi si stima la perdita di c.a. 1.400.000 esemplari) eppure, nonostante tutte le traversie che la storia ci ha rappresentato, proprio essa ci porta a conoscenza del fatto compiuto che diversi uomini hanno parlato sia del Rapimento della Chiesa che del suo avvento pre-apocalittico a partire già dall’epoca patristica, pertanto, senza indugio, vogliamo accingerci alla rappresentazione dei personaggi partendo dall’alto al basso.

 

 

 

John L. Bray

 

John L.Bray

 

Negli anni ottanta del secolo scorso, un famoso pastore di nome Jonh L. Bray scrisse un libro intitolato: <<The Origin of  the  Pre-Tribulation  Rapture  Teaching>> dove in maniera molto pronunciata attaccava la dottrina del Rapimento della Chiesa prima della Grande Tribolazione, arrivando a offrire 500,00 dollari a chiunque avesse dimostrato che il Rapimento della Chiesa concepito in due tappe, prima della Tribolazione (7 anni), ovvero prima della Grande Tribolazione (3 ½ anni),  trovasse un riscontro storico prima del 1812. In un primo momento sembrava che la teoria del pastore fosse accreditata in quanto passarono alcuni anni prima che qualcuno decidesse accettare la sua sfida, fino a che - anche se in ritardo - qualcuno l’accettò e presentò la data del 1788. A quel punto al Sig. Bray non gli restò che pagare la somma promessa e ritirare la sfida dei 500,00 dollari!

In verità la storia sarebbe leggermente più articolata, in quanto tutto girerebbe intorno a un nome, la sorella Margaret Macdonald che nel 1830 ebbe una rivelazione da parte dello Spirito Santo, dove gli mostrò il rapimento pre-tribolazionista. E’ a questo punto che quasi tutti gli oppositori di questa verità biblica, punterebbero il proprio indice per indicare la data della nascita di questa dottrina. A quanto pare, in un primo momento, anche il nostro amico John L. Bray sarebbe stato di questo parere, ma poi qualcuno gli presento nientemeno che il nome di un prete Gesuita di nome Emmanuel Lacunza (Rabbi Ben Ezra) il quale avrebbe parlato del rapimento nel suo libro (scritto sotto il nome di Ben Ezra), il cui

 

titolo era “Il ritorno del Messia in gloria e maestà”, che terminò attorno al 1791, ma

 

venne pubblicato soltanto nel 1812. Nel suo libro insegnò che Gesù sarebbe

 

tornato due volte per la Chiesa: il primo ritorno sarebbe avvenuto per portare la sua

 

Chiesa fuori dal mondo, così che Dio il Padre potesse versare la sua ira sul mondo. E’ a questo punto che John L. Bray sposterà la data dal 1830 al 1812. Preme segnalare che qualsiasi connessione e/o scopo abbia avuto il pensiero di Lacunza, risulta irrilevante per quanto riguarda lo studio in esame, al contrario, non fa altro che avallare il concetto di base (A.F.Vaucher). Per chi desiderasse visionare una parte dello scritto di Lacunza, di seguito si fornisce il link ove contenuto il vol. II (totali sono 3):

https://archive.org/stream/lavenidadelmesa01lacugoog#page/n7/mode/2up

Prima di continuare è necessario aprire un’altra parentesi:

Gli oppositori della dottrina sia del rapimento, sia che questo avverrà prima della grande tribolazione, al vedersi smascherati davanti al fatto compiuto che sostenitori di questa dottrina non sono mai mancati nonostante le grandi problematiche l’umanità abbia attraversato, hanno cambiato strategia asserendo che essa è una dottrina creata a pennello dalla chiesa cattolica e introdotta da essa nella chiesa evangelica. Personalmente, chi scrive, risponde nella seguente maniera: allora dovremmo altresì dire che la dottrina della Trinità è cattolica, semplicemente perché essi credono lo stesso, oppure la dottrina dell’inferno, la deità di Gesù, la risurrezione, e così via… Come ben noto a tutti, nell’antichità l’accesso ai manoscritti e ai libri non era facile, erano ben pochi i detentori di tali privilegi, per non parlare dell’analfabetismo presente su tutto il pianeta e delle difficoltà che esistevano per quanto attiene l’accesso agli istituti di formazione. E’ per questi fatti che il cattolicesimo ha avuto un vantaggio da non sottovalutare, in quanto, sia per la possibilità economica che per l’accesso a qualsiasi tipo di istruzione, è stato sempre in grado di garantire ai propri adepti la più alta formazione e approfondimento culturale di qualsiasi tematica, pertanto, essi si sono semplicemente resi conto di un fatto biblico concreto e reale. A smontare ulteriormente l’idea che tale dottrina sia cattolica, sta il fatto che lo stesso cattolicesimo in un primo momento squalificò il Lacunza, non riconoscendolo come portavoce del pensiero cattolico. Ad ogni modo ci si rende perfettamente conto che, per screditare una dottrina biblica vera, in qualche maniera bisogna barcamenarsi, anche se questo comporti l’arrampicarsi sugli specchi!

Giunti a questo punto si spera che lo scrivente non venga fatto passare come qualcuno che sostiene la dottrina cattolica, dal momento in cui se bene ci sono pochissime cose in comune, ce ne sono miliardi che ci dividono nettamente da ogni tipo di comunione spirituale, dottrinale e confessionale (II Cor. 6:14-18; Ap 18:2-4). Inoltre, si precisa altresì che, chi scrive, è palesemente contro ogni forma di ecumenismo!

 

 

 

Morgan Edwars (1722-1795)

 

Morgan Edwards nato a Trevethhin, Galles, dopo essere stato educato nel prestigioso College di Bristol, comincerà a predicare nell’anno 1738. Pasturerà piccole congregazioni Battiste nell’Inghilterra di quei giorni per c.a. sette anni prima di trasferirsi a Cork, Irlanda, dove si fermerà per c.a. nove anni prima di emigrare in America nel 1761, per pasturare la chiesa Battista di Filadelfia. Sarà in America che scriverà il suo libro intitolato Millenium, Last Days, dove presenterà la sua posizione sulla dottrina del Ritorno di Cristo per cercare la Sua Chiesa PRIMA della Grande Tribolazione. Di seguito vogliamo riportare le parole descritte in un paragrafo del libro scritto nel 1788:

<< I santi morti saranno risuscitati mentre i santi in vita saranno trasformati nel momento che Cristo appaia nell’aria (1 Tess. 4:17); questo si concretizzerà tre anni e mezzo prima del millennio, come vedremo a continuazione. Staranno con il Signore tutto il tempo nell’aria fino al millennio? NO! Essi ascenderanno in paradiso oppure in alcuna delle moltissime dimore della casa del Padre, e così spariranno per il solito periodo di tempo. Il motivo di questa ritirata è perché essi saranno giudicati  (per ricevere il premio) e trasformati in santi>>.  

Ovviamente la sua posizione è nettamente inserita alla metà della Tribolazione, ad ogni modo si parla sia del Rapimento della Chiesa che del fatto che questo avverrà prima della grande tribolazione.

 

 

John Gill

 

John Gill

 

Fu un famoso teologo Battista del XVIII secolo.

 Nel 1748 pubblicherà un Commentario Biblico sul Nuovo Testamento, dove sul relativo passaggio di I Tess. 4:15-17 scriverà quanto segue:

<<L’Apostolo Paolo ha qualcosa di nuovo e straordinario da annunciarci concernente la venuta di Cristo, la prima risurrezione o la risurrezione dei santi, e la trasformazione dei santi vivi nonché il Rapimento di entrambi risorti e trasportati nelle nuvole per incontrarsi col Cristo nell’aria, dove Cristo stesso si fermerà per essere visibile a tutti, ma non scenderà sulla terra in quanto non sarà pronta per riceverlo>>. 

Quanto letto parla da solo.

 

 

Joseph Mede (1586-1638)

Studioso biblico laureato a Cambridge con una preparazione didattica molto versatile, oltre ai suoi studi biblici è stato anche un egittologo, naturalista, ebraista ed infine divenne docente di greco antico. In uno dei suoi scritti leggiamo:

<<la risurrezione di coloro che dormono in Cristo e il rapimento di coloro che sono vivi, si troveranno insieme nell’aria >>. 

 

Efrem il Siro (Nisibis 306 Edessa 373)

Scrittore, commentatore biblico, poeta, autore di un buon numero di cantici cristiani, teologo della chiesa primitiva bizantina viene ancora oggi ricordato come una mente che ha lasciato il suo segno nell’epoca patristica. Anche se in ritardo, la chiesa cattolica di Roma lo ha riconosciuto mentre quella ortodossa siriaca lo ha sempre venerato.

NB: Siria è considerata una delle culle intellettuali del cristianesimo patriarcale.

Il famoso teologo, escatologo, storico, ebraista Grant Jeffrey (ebreo messianico) è riuscito a trovare nel suo libro l’Anticristo una sua frase che cita le seguenti parole:

<<Tutti i santi eletti di Dio saranno riuniti prima della tribolazione che ha da venire sulla terra, e saranno portati al Signore affinché non vedano la confusione che cadrà sul mondo a causa dei nostri peccati>>

Alcuni studiosi hanno suggerito che questo manoscritto è stato esteso qualche secolo più tardi (5/6 secolo), ma sicuramente prima della nascita dell'Islam nel 622. Tuttavia William Bousset, uno dei più grandi studiosi di antica escatologia, ha concluso che il libro l'Anticristo è stato scritto da Efrem il Sirio 306/373, 1 Andrew R. Anderson ha scritto nel suo libro Porta di Alexander che la data è valida.

NB: al di là delle controversie che possa presentare il personaggio, poco ci interessa dal momento in cui l’unico nostro interesse è dimostrare la presenza della dottrina del Rapimento della Chiesa in primis, e il fatto che questo avverrà dopo la Grande Tribolazione.

 

Vittorino di Petovio (250/304 - martire)

 

E’ stato vescovo e scrittore nonché commentatore biblico, classificato dal celebre Girolamo un erudito biblico. Nei suoi numerosi lavori ha scritto anche sull’Apocalisse di Giovanni dove si evince chiaramente il suo millenarismo. Sarà nel suo commento del cap. 11 di Apocalisse dove dichiarerà che la Chiesa sarà tolta durante il tempo della Grande Tribolazione. Interessante notare il commento fatto dal celebre scrittore Tim LaHaye autore di numerosi beat seller che hanno venduto decine di milioni di copie, dove in uno di questi scriverà quanto segue:

<<senza discussione, il vescovo Vittorino di Petovio, brillante maestro della Bibbia, il quale ha vissuto nel terso secolo d. C. ha visto che la chiesa sarebbe partita prima delle piaghe che verranno durante il tempo dell’ira di Dio, che, secondo il suo commentario di Apocalisse cap. 11, sarebbero durate anni sette (7). Il suo modo di scrivere sopra il rapimento è stato: “essi saranno usciti dal mezzo”. Lamentabilmente anni dopo l’insegnamento di San Agostino d’Ippona (354/430) molto influenzato da Origene, ha fatto sì che i cristiani professanti, dal V secolo in avanti intraprendessero la via dell’a-millenarismo con tendenza al post-millenarismo, tipico della chiesa Cattolica Romana che sorgerà da lì a poco>>. (Cosi come precisa il documento esposto al pubblico in una vetrina della Basilica di Santa Sofia- Istanbul, stipulato da Teodosio nel 381).

Conclusione

 

L’elenco di scrittori, commentatori, teologi, che si sono pronunciati su questa tematica potrebbe continuare, ad ogni modo ci fermeremo qui dal momento che spesso sono collegati fra loro e comunque quanto scritto è più che sufficiente per essere accettato o respinto. Infatti non sono pochi coloro che negano anche l’evidenza, cercando di far leva sull’inesistente, nonché approfittandosi dell’analfabetismo sia biblico che storico di molti.

Come già detto sopra lo vogliamo ricordare, abbiamo affrontato il tema del Rapimento della Chiesa alla luce della storia, NON perché è la base per determinare la verità di questa dottrina biblica che può essere trovata nella sola Scriptura, ma perché questi argomenti sono spesso al centro delle critiche pre-tribolazioniste, le quali hanno la pretesa di avvalersi della storia (falsa) come se questa fosse la base per avallare o invalidare le dottrine della Bibbia!

Giunti alla conclusione di questo quaderno, sarebbe invece interessante conoscere quali sono i personaggi che, alla luce della storia (a partire dall’epoca patristica) hanno collocato il Rapimento della Chiesa alla fine della Grande Tribolazione! Personalmente chi scrive non si vergogna di confessare tutta la propria ignoranza su questo tema, e gli piacerebbe conoscere la risposta.

Infine, è necessario sottolineare - visto i tempi che stiamo attraversando – che ogni cristiano che si rispetti ha una linea di pensiero ben precisa e definita, e la favola che si pretende avallare come la più grande spiritualità del secolo, ovvero, che molti super spirituali si professano ADENOMINAZIONALI nel nome di un Biblicismo straordinario, è pressoché ridicola. Al contrario, è proprio nel nome della Verità che siamo DENOMINAZIONALI, con tanto di chiesa di appartenenza, credo di appartenenza, linea di appartenenza, ecc. L’ECUMENISMO è sATANICO! Ahimè! quando ad asserire determinate fantasie sono le masse, ma quando ad asserirle sono i ministri, allora la tolleranza è zero. Con questo non si intende asserire che ciò che si deve seguire è la denominazione, ma semplicemente che dobbiamo avere un nome. D’altronde non mi posso identificare come mussulmano o buddista e poi seguire il cristianesimo o viceversa!

In questi ultimi giorni della pazienza di Dio, sono molti coloro che nel mondo intero si sono alzati per combattere una guerra dottrinale nei confronti del Rapimento della Chiesa, e, per sorpresa sia di chi scrive che di molti altri ministri di Cristo sparsi nel mondo, è emersa la seguente “casualità”: tutti i principali protagonisti di questi attacchi non si sa da dove vengono, a quale chiesa appartengono, qua è il loro pastore, e se si professano pastori chi li ha nominati e soprattutto qual è la chiesa da essi pasturata. E’ da sottolineare che, nel nome di un apparente “buon” insegnamento biblico, inseriscono decine di eresie come ad esempio la pseudo dottrina della predestinazione (investigate su di loro, chi sono, da dove vengono, e l’indirizzo della loro chiesa col relativo nome del pastore).

Altra falsa teoria è che la chiesa deve passare per la Grande Tribolazione (quando questa sarà data in man dell’Anticristo Ap. 13:7, verificandosi cosi una frizione con Matt. 16:18, qualora avallata) per essere purificata! Da quando il cristianesimo è cristianesimo l’unica cosa che purifica la Chiesa è il sangue di Cristo, non la tribolazione, inoltre, che significa questo, che tutti quei milioni di credenti che sono morti in cristo e hanno avuto una vita tranquilla e senza le persecuzioni che ancora oggi avvengono in 50 nazioni del mondo non saranno salvati perché NON tribolati?  Però che teologia!

Ad ogni modo ci fermiamo qui in quanto il presente quaderno vuole avere un indirizzo unicamente storico.

E’ chiaro che se il Rapimento della Chiesa è così grandemente combattuto, evidentemente dà molto fastidio a satana in quanto il tempo della sua concretizzazione è vicinissimo.

A tutti i ministri di Cristo che sostengono il buon combattimento della fede una volta e per sempre insegnata (Giuda 1:3), oggi, più che mai, dobbiamo proclamare e ricordare le verità contenute nella Scrittura (II Pietro 1:15), cercando di non cadere nell’apostasia, nell’ecumenismo, nel secolarismo, nel libertinaggio, nel legalismo, ecc., cercando altresì in ogni modo di dare il nostro apporto alla difesa del Libro dei Libri (la Bibbia) il quale è stato suggellato col Sangue del Re dei Re. A Lui solo vada sempre la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

 

A questo scritto seguirà (se Dio vorrà) la seconda parte del video intitolato “Il Rapimento della Chiesa”.

 

Pace e bene in Cristo.  Maranathà.

Alessio Evangelisti M.

 

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