IL RAPIMENTO
DELLA CHIESA NELLA STORIA.
APOLOGIA (ἀπολογία)
Prefazione
Nel periodo
storico che l’umanità sta attraversando dove l’incertezza per il domani cresce
a dismisura in quanto, guerre, rumori di guerre, carestie, epidemie, terremoti
ovunque, tsunami, disimpiego, inflazione globale, una sfrenata corsa ad armarsi
sempre di più e col nucleare, violenza, delinquenza, corruzione ovunque e molto
altro, oggi, più che mai si rende necessario conoscere cosa ci attende nei
prossimi imminenti giorni; e qual è la miglior forma di farlo se non attraverso
il libro dei libri, la Bibbia?
La Bibbia si è
sempre contraddistinta come l’unico libro al mondo capace di fornire le risposte
necessarie alle principali tematiche della vita, quali: chi sono, da dove vengo,
qual è lo scopo della vita e dove sto andando. Essere indifferenti a queste
tematiche risulterebbe molto pericoloso per la propria anima, la quale, a
scanso di equivoci, e immortale (Luc.16:19-31). A questo dobbiamo aggiungerci
che la Bibbia vanta il guinness mondiale come l’unico libro profetico al mondo
che sia stato infallibile in tutte le Sue profezie. Mai nessuno è
riuscito a dimostrare che una sola profezia contenuta in Essa sia falsa. Molti
ci hanno provato, anche avvalendosi della menzogna nonché della speculazione,
ma alla fine sono stati sempre smascherati (Luc 12:2,3).
In questi ultimi
giorni della pazienza di Dio nei confronti della Sua umanità, stiamo assistendo
all’adempimento delle profezie riguardanti il tempo della fine. Ovviamente,
quando parliamo di “fine” non intendiamo la fine del mondo, ma semplicemente la
fine di un’era. In poche parole - come abbiamo già spiegato in molti nostri
video - da un momento all’altro il genere umano entrerà in un periodo
denominato <<il Giorno del Signore>> conosciuto altresì come
<<il periodo della Grande Tribolazione>> della durata di anni sette
(Dan. 9:27 e riff); immediatamente dopo il Signore Gesù tornerà per instaurare un
governo visibile, dove Lui stesso regnerà da Gerusalemme su tutto il mondo per
un periodo di anni mille (1.000). La Bibbia ci dice che tutti questi eventi
sarebbero stati anticipati da quello che si può definire l’avvenimento storico,
e cioè il Rapimento della Chiesa PRIMA DELLA GRANDE TRIBOLAZIONE!
Non sono pochi
coloro che ritengono questa promessa assurda e ridicola, nonché inammissibile e
impossibile. Non ci sarebbe da meravigliarsi se non per il fatto che a
giudicarla in questa maniera sono proprio coloro che si autoproclamano “cristiani”
… Ed è qui che nasce la famosa domanda del milione, ovvero: come può un
cristiano credere (giustamente) che Gesù sia nato da una donna VERGINE!
e non credere al Rapimento delle Chiesa? Oppure credere al diluvio UNIVERSALE e
non credere al Rapimento della Chiesa? Per non parlare poi del rapimento di
Enoch e di Elia; e che dire del mar Rosso aperto in due, il sole che si ferma,
l’arca di Noè, le mura di Gerico e tutti i morti che sono stati RISUSCITATI? Ma
non è il nostro Dio oltre che l’Iddio dell’impossibile anche l’Iddio
dell’incredibile? Ad ogni modo tutto questo ci sorprende sì, ma fino a un certo
punto dal momento che se è vero che siamo alla fine dei tempi (ed è vero), era
ovvio che ciò si sarebbe dovuto verificare in quanto già preannunciato nella
parola di Dio; un passo su tutti:
II
Pie. 2:1 <<
OR vi furono ancora de' falsi profeti fra il popolo, come altresì vi saranno
fra voi de' falsi dottori, i quali introdurranno
eresie di perdizione, e rinnegheranno il Signore che li ha comperati, traendosi
addosso subita perdizione >>.
II Pie
3:3-10 << 3 Sapendo questo prima, che negli ultimi giorni verranno
degli schernitori, che
cammineranno secondo le lor proprie concupiscenze; e diranno: 4 Dov'è la promessa del suo
avvenimento? poiché, da che i padri si sono addormentati, tutte le cose
perseverano in un medesimo stato fin dal principio della creazione. 5 Perciocchè essi
ignorano questo volontariamente, che per la parola di Dio, ab antico, i cieli
furono fatti; e la terra ancora, consistente fuor dell'acqua, e per
mezzo l'acqua. 6 Per
le quali cose il mondo di allora, diluviato per l'acqua, perì. 7 Ma i cieli e la terra
del tempo presente, per la medesima parola, son riposti; essendo riserbati al
fuoco, per il giorno del giudizio e della perdizione degli uomini empi.
8 Or
quest'unica cosa non vi sia celata, diletti, che per il Signore un giorno è
come mille anni, e
mille anni come un giorno. 9 Il Signore non ritarda
l'adempimento della sua promessa, come alcuni reputano tardanza; anzi è
paziente inverso noi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti vengano a
ravvedimento. 10 Ora
il giorno del Signore verrà come un ladro di notte; e in quello i cieli
passeranno rapidamente, e gli elementi divampati si dissolveranno; e la terra,
e le opere che sono in essa, saranno arse.
Come abbiamo
letto la Parola ci rivela che negli ultimi giorni degli uomini si sarebbero introdotti
nella chiesa del Signore, cioè si sarebbero fatti passare per dei fratelli in
Cristo, quindi sarebbero stati mandati e/o assoldati per distruggere il
popolo di Dio, e come ben noto uno dei modi per farlo è falsificando la Parola
di Dio
La cosa che più
fa “sorridere” - che poi non c’è nulla da ridere - è che è stata introdotta una
leggenda metropolitana, o forse sarebbe meglio chiamarla leggenda ecclesiale, la
quale asserisce che, sia il Rapimento della Chiesa, sia il fatto che questo avverrà
prima della Grande Tribolazione è una dottrina nuova apparsa solamente,
unicamente e tassativamente che nel secolo IXX. Ah! ...
E’ a questo
punto che, chi scrive, si sente chiamato in causa, d’altronde i comandamenti
sono espliciti:
·
Giac 4:17 << Colui dunque che sa fare il bene, e non lo fa,
commette peccato >>.
La Parola di Dio
è chiara, se la chiesa tace Dio si userà delle pietre (cioè dei non credenti),
ma la chiesa un domani dovrà rendere conto del suo silenzio (Ez. 33:6-9 e
riff.). Frasi come: “non ti preoccupare ci pensa Iddio”, lasciano il tempo che
trovano. Fino a prova contraria Dio ha scelto di operare attraverso della Chiesa.
Ovviamente Dio non ha bisogno di nulla e di nessuno, tutto è per grazia, quindi
può tranquillamente operare senza avvalersi di nessuno, ma questo né ci esonera
dai nostri compiti, né tantomeno ci giustificherebbe in caso di inadempienza,
dal momento in cui esiste il comandamento.
Tornando al
fatto che il rapimento della Chiesa sarebbe una dottrina “nuova” apparsa
solamente nel secolo IXX, va sottolineato che, è triste dover accreditare o
screditare una dottrina biblica semplicemente avvalendosi della storia. Poco
conta quello che dice la storia dal momento che la Bibbia lo conferma. Vedi ad
esempio Ninive, fin dalla nascita della critica moderna è stata sempre utilizzata
per deridere e screditare la Bibbia in quanto non era mai stata trovata, poi
all’improvviso l’archeologo Paul Emile Botta farà la grande scoperta nel secolo
IXX (1849), e come al solito tutti zitti! Per noi cristiani non ha alcuna
importanza il fatto storico ai fini di rinfrancare la nostra fede, o dimostrare
una verità biblica a noi stessi, piuttosto il fatto storico è importante per
dimostrare agli INCREDULI la veridicità della Parola di Dio. NB: con questo non siamo contro la
storia, al contrario, l’abbiamo sempre usata e continueremo a usarla in molti
nostri video, in quanto anche la Bibbia ce lo insegna. Ora, poiché si vuole
usare la storia per far dire alla Bibbia ciò che non ha mai detto, e per di più
si pretende far dire anche a quest’ultima ciò che anch’essa non ha mai detto
(classico!), col presente scritto si dimostrerà che la dottrina del Rapimento
della Chiesa NON è una dottrina apparsa solamente nel secolo IXX, al contrario,
è sempre esistita a cominciare già dai tempi dell’epoca patristica.
Per tanto, sia
per quanto sopra, che per motivi prammatici, non toccheremo il lato
dottrinale - questo l’abbiamo già fatto nei nostri due video intitolati: 1°. Il
Rapimento della Chiesa 2°. Patto della Fine, Terzo Tempio di Gerusalemme,
Ritorno di Cristo, Rapimento della chiesa - e comunque prossimamente (se Dio
vorrà) uscirà un altro video dove approfondiremo ulteriormente questa
meravigliosa Dottrina del Rapimento della Chiesa alla luce della Sacra Parola
di Dio, la Bibbia (1 Tess 4:13-18).
I Capitolo
L’epoca
patristica
Per epoca o periodo patristico si vuole
indicare quella parte della storia del cristianesimo relativa ai primi 451 anni
d. C. Per la precisione va fatta partire con la chiusura del canone degli
scritti del Nuovo Testamento (100 d. C.), avvenuto grazie all’apostolo Giovanni
quando sotto dettatura divina scrisse il libro dell’Apocalisse, fino al 451 d.
C. data in cui si tenne il concilio di Calcedonia.
Tuttavia, non è possibile
circoscriverla in maniera tassativa nella data predetta. Altri studiosi adotteranno
parametri diversi.
Parlare sia di questo periodo che degli
altri in maniera esauriente, richiederebbe centinaia di pagine, di conseguenza,
poiché lo scopo dello scritto è di portare il lettore ad una conoscenza mirata
su una tematica ben diversa, e il tutto in maniera prammatica e semplice, per
quanto possibile, si esporranno questi periodi in modo elementare e sommario.
Non si può negare che questo periodo
insieme a quello della riforma è senz’altro il più importante e stimolante della
storia del cristianesimo; ovviamente per motivi teologici.
Data la didattica dello scritto si
provvederà a dividere questa epoca in due parti, nella prima si riguarderà al
periodo socio-politico, nella seconda la parte teologica. Cominciamo con
quest’ultima.
Il paradosso vuole che grazie alla
persecuzione del cristianesimo, questo si espanse in maniera molto veloce
in tutto il mondo di allora conosciuto, se poi a questo ci si aggiunge il fatto
che già allora si verificarono infiltrazioni di falsi credenti, come si
evince sia dalle epistole che dalla storia stessa, è chiaro che le false dottrine
iniziarono a far la loro comparsa fin dagli albori del cristianesimo, generando
così confusione su quello che è il fondamento delle verità bibliche. Fu proprio
questo che mosse Costantino a convocare il primo concilio ecumenico noto
come Il Concilio di Nicea (325 d. C.).
Per concilio ecumenico si intende l’assemblea dei credenti provenienti da tutto
il mondo cristiano, ai fini di consolidare, ovvero canonizzare a livello
globale le decisioni prese. L’oggetto principale del concilio riguardava la
figura di Gesù il Cristo, la quale era stata presa di mira soprattutto dall’arianesimo.
Fu grazie a questo concilio che finalmente si giunse alla consapevolezza che
Gesù era uno nell’essere o della stessa essenza del Padre. Pertanto nel 325
ancora non avevano capito chi era Gesù il Cristo! Importante segnalare che il
concilio che seguì si tenne nel
A questo punto la domanda del milione è:
se avessimo aggiunto a tutte queste controversie anche il fatto del Rapimento
della Chiesa pre-tribolazionista, quando ancora non avevano capito se Gesù era
o non era Dio, come pensate che avessero reagito? Come si fa a parlare di
equazioni quando non sei ancora capace a fare una mera somma? Ma era logico che
prima si doveva imparare l’A, B, C, e solo successivamente passare alle
conclusioni più profonde! Ad ogni modo grandi personaggi di quest’epoca che né
parlarono non mancarono, e per di più provenienti da quello che allora era
considerata la culla del sapere, ma di questo se né parlerà alla fine del
quaderno, dopo aver apportato le necessarie delucidazioni sulle varie epoche
che hanno attraversato la storia.
Come già scritto sopra, ai fini
teologici è stata un’epoca decisiva, infatti, sarà in questo periodo che si
definirà il canone del Nuovo Testamento e si chiariranno un gran numero di
problemi teologici, uno su tutti, si cercherà di risolvere il problema dei
rapporti fra cristianesimo ed ebraismo.
In questo periodo non tardò ad
affacciarsi l’apologetica, cioè la difesa della fede cristiana contro i critici
avversari. I principali autori di quest’epoca furono: Giustino Martire (100-165
c.a.), Ireneo di Lione (130-200 c.a.), Origene (185-254 c.a.), Tertulliano
(160-225 c.a.), Atanasio (296-373 c.a.), Agostino d’Ippona (354-430 c.a.).
Indubbiamente Agostino è stata una delle menti più dotate, ma ahimè, per quanto
dotato non è stato immune di gravissimi errori. Infatti, sarà Agostino ad
introdurre nella Chiesa del Signore delle vere e proprie aberrazioni quali ad
esempio la fantomatica pseudo dottrina della predestinazione, nonché l’altrettanta
pseudo dottrina della sostituzione; le quali ancora ai nostri giorni godono di
popolarità. La prima dichiara che Iddio semplicemente decide di salvare alcuni
(a prescindere della vita che faranno sia essa santa o no) e lasciare gli altri
semplicemente a se stessi. Ciò non solo è illogico, ma e anche anti dottrinale,
dal momento in cui la Scrittura in questo assunto è molto chiara <<chi
può fare il bene e non lo fa commette peccato Giac. 4:17>>, per non
parlare poi del fatto che Israele essendo stato predestinato come popolo di
Dio, e ancora oggi rimane tale, eppure non entrò nell’eredità. Per cui con
Israele abbiamo la massima dimostrazione di quanto questa dottrina sia anti
biblica. La seconda è la dottrina della sostituzione, e cioè che Israele
sarebbe cessato di essere il popolo di Dio e che la chiesa lo avrebbe
sostituito. Anche questa dottrina è falsa dal momento che Paolo dichiara
espressamente che Iddio non ha abbandonato il Suo popolo (Rom capp 10-11),
inoltre i testimoni devono essere almeno due (Deut. 17:6; 19:15), altrimenti
per quale motivo tutte quelle promesse fatte dal Signore al Suo popolo con
tanto di redenzione finale? E perché satana non fa altro che cercare di
distruggerlo da sempre? Dio ha due popoli, uno spirituale e l’altro materiale
con un governo e una nazione terrena, ed entrambi hanno delle promesse ben
precise e circoscritte, quindi divise.
Ad aggravare la situazione delle
controversie è stata la grande divisione verificatasi sia per ragioni socio
politiche che per ragioni di carattere linguistico/sociale, la chiesa orientale
era di lingua greca mentre quella occidentale di lingua latina, i primi
abbracciavano una teologia permeata di filosofia pagana, mentre la chiesa di
Occidente era completamente ostile a questa intrusione del pensiero pagano
nella teologia. Per fare un esempio pratico della gravità della situazione citeremo
la famosissima domanda di Tertulliano su questo argomento: << che cosa c’è in comune fra Atene e
Gerusalemme? O fra l’Accademia e la Chiesa? >>.
E’ palese come in quest’epoca cerano
ancora molte argomentazioni che causavano grandi controversie nel seno della Chiesa
ed erano l’oggetto principale a cui dedicarsi, per cui problemi come il
Rapimento della Chiesa venivano solamente in secondo ordine.
Periodo socio
politico dell’epoca patristica
Fin dai suoi albori,
la Chiesa ha dovuto sopportare un’aspra persecuzione a cominciare da dove è
nata (Gerusalemme); basti pensare che uno dei suoi più accaniti persecutori
dopo la sua conversione al cristianesimo è diventato l’autore di quasi tutto il
Nuovo Testamento (Paolo di Tarso), il quale a sua volta da predatore è
diventato preda. La persecuzione ha compromesso sia la creazione di letteratura
cristiana, sia la libera propagazione di quella esistente, impedendogli in una
qual certa misura di approdare fino ai nostri giorni, a cominciare ovviamente
dalla letteratura riguardante il tema del Rapimento della Chiesa.
Immediatamente
dopo le prime persecuzioni inflitte dagli stessi compaesani, seguirono quelle
perpetuate dai romani. L’inizio di queste si ebbero con Nerone nel 64 col
famoso incendio descritto da Tacito. Immaginate in un clima del genere se c’era
il tempo di mettersi a scrivere, quando la parola d’ordine era: si salvi chi
può! Ancora oggi a Roma abbiamo le catacombe che testimoniano di come
l’ambiente erra ostile e invivibile. E’ chiaro che in un clima del genere c’era
ben poco tempo per creare opere letterarie sul pensiero cristiano, e quelle che
circolavano rischiavano di essere distrutte. Di conseguenza il tema del
Rapimento della Chiesa ha trovato si spazio (come vedremo alla fine) ma in
forma minore in quanto bisognava lasciar posto a ciò che richiedeva la priorità.
All’inizio del
terzo secolo un uomo si renderà conto come il cristianesimo più lo si
perseguitava più cresceva. Costui, essendo un grande politico decise di
legalizzarlo, e non solo, lo nominerà religione ufficiale, arrivando a
istituire con un decreto il giorno della domenica come festa pubblica ufficiale
(321). Quest’uomo era Costantino, il quale lungi dal convertirsi al vero cristianesimo -
non era altro che un grande stratega politico, che tra l’altro fu lui il primo
papa e non Pietro - usò quest’ultimo per profitti personali, e da lì nascerà
quello che oggi si conosce come il cattolicesimo, come ben dimostra il
documento esposto al pubblico nella Basilica di Santa Sofia, Istanbul,
stipulato da Teodosio nel 381 d. C.
Da lì in poi, a
parte un breve periodo di incertezza sotto il regno di Giuliano l’apostata
(361-363), la Chiesa poteva ora contare sull’appoggio dello stato. Costantino
voleva avere l’impero unito, e aveva capito che se la chiesa non era altresì
unita, il suo impero né avrebbe sopportato le ripercussioni, ecco perché da
quel momento si impegnerà con tutte le sue forze a risolvere al più presto tutte
le controversie esistenti, cominciando - come già scritto sopra - col convocare il
primo concilio di Nicea (325).
E’ chiaro che in
un clima del genere sia politico che teologico, la letteratura è stata
compromessa alle necessità impellenti del periodo, e nei momenti più difficili
è stata addirittura costretta ad essere risparmiata.
II Capitolo
Secoli bui,
Medioevo e Riforma
I Secoli Bui
Il periodo
patristico ha avuto il suo epicentro in tutta l’area del Mediterraneo
dividendosi il potere politico fra Roma e Costantinopoli (Istanbul). Intorno al
V secolo tutta l’area viene fortemente destabilizzata con l’avanzare sia dei
barbari, che delle popolazioni del nord Europa, provocando cosi la caduta di
Roma che solitamente si colloca nel 476 d. C.
Da questo momento fino all’anno 1000 c.a. nascerà il periodo conosciuto
come, i secoli bui. Il nome stesso ci fa capire quanto questo periodo storico
fosse difficile sia da un punto di vista sociale, politico e militare, di
conseguenza era inevitabile che anche la letteratura, le ricerche, lo studio e
la cultura né risentissero. Di conseguenza la teologia non poteva essere
risparmiata, tanto più che l’interesse del pubblico sui dibattiti teologici era
scemato a dismisura, ecco perché è stato meno prolifero delle altre epoche.
Nel 410 Roma verrà conquistata da Alarico,
questo avvenimento verrà considerato da molti come l’inizio dei secoli bui
nell’Europa occidentale.
Nel VII secolo
si verificherà l’espansione dell’islam il tutto il mediterraneo, portando così
una ulteriore destabilizzazione politica in maniera precoce e veloce. Bisognerà
aspettare l’XI secolo per trovare un certo grado di stabilità grazie ai nuovi
poteri emergenti, quali: 1. Impero Bizantino; 2. Europa occidentale; 3.
Califfato.
NB: Va premesso
che definire i parametri storici in maniera tassativa, è pressoché una impresa
assai complessa.
Il Medioevo
Il termine
medioevo viene dall’epoca Rinascimentale, dove gli scrittori avevano tutto
l’interesse di screditare questo periodo storico al fine di esaltarne il
proprio. Questo periodo solitamente si colloca tra la fine dei secoli bui (1000
d. C.) e il secolo XVI. Anche qui le opinioni sono divergenti.
Fu in questo
periodo dove la Francia, precisamente Parigi, verrà riconosciuta come centro
intellettuale di tutta l’Europa (vedi Giovanni Calvino ed Erasmo da Rotterdam).
Questo periodo fu
caratterizzato da più correnti teologiche, una su tutte (tra l’altro alquanto
buffa) la scolastica. Gli eventi ci rivelano che molto probabilmente fu il
movimento intellettuale più svalutato di tutta la storia dell’umanità
sul pianeta terra. Racconta la leggenda che gli scolastici erano capaci di
dialogare su argomenti quali: quanti angeli riuscivano a danzare sulla punta di
un ago? E questo dibattito poteva durare dalla mattina alla sera. Ora non
sappiamo dire se sia vero o falso, ma comunque ci rendiamo perfettamente conto
di quanto il movimento sia stato scarso e svalutato sotto ogni profilo.
Solamente con Tommaso d’Aquino, Duns Scoto e Guglielmo d’Ockham la scolastica
si rivaluterà in qualche maniera.
Il periodo
Medievale sarà importante per definire concetti come ad esempio lo sviluppo
della teologia della grazia.
Intorno al XII
secolo inizierà l’inquisizione, ponendo al bando, torturando e uccidendo
chiunque si opponesse o semplicemente non fosse accondiscendente con la
religione ufficiale, il cattolicesimo.
Come possiamo
vedere in un clima ancora di assestamento teologico, politico, territoriale, e
di grandi persecuzioni, è chiaro che dottrine come il Rapimento della Chiesa,
non godessero ancora dell’importanza dovuta a livello globbale, tanto più che i
tempi non erano ancora compiuti.
La Riforma
Il termine Riforma
viene utilizzato per classificare più realtà coinvolte, quali: Luteranesimo, Chiesa
Riformata (Calvinismo), Riforma Radicale (Anabattismo), Controriforma o Riforma
Cattolica. In un discorso generale l’espressione <<Riforma>>
verrà utilizzata in riferimento sia ai movimenti protestanti che a quello cattolico,
oppure può essere utilizzato in senso più stretto facendo riferimento alla
Riforma Protestante, escludendo così il movimento cattolico.
NB: in questo
scritto non si entrerà in merito sulla diatriba che alcuni presentano sul fatto
che gli anabattisti vanno esclusi dalla Riforma, anche se ciò fa sorridere dal
momento che sia i Luterani che i Calvinisti e i Cattolici hanno mietuto più
vittime tra gli Anabattisti che quando si sono perseguitati fra di loro. Per
non parlare dei più noti storici al mondo che avallano questa realtà. Inoltre
l’Anabattismo nasce nel cuore della Riforma, ZURIGO!
Per tanto,
quando si parla di Riforma e in particolare di Riforma Protestante, dobbiamo
prestare molta attenzione a dividere i movimenti nati sotto questo periodo.
Troppo spesso si generalizza semplicemente con la frase <<sei
protestante!>>.
La Riforma
Luterana inizierà nel 1522, la Riforma Calvinista solitamente viene fissata dopo
la morte di Zwingli (1531) e la Riforma Radicale (movimento anabattista) solo dopo
il 1520 col piccolo gruppo d’intellettuali con a capo Conrad Grebel, Felix Manz, Wilhelm Reublin, Hams
Brotli e Simon Stumpf, conosciuti sopratutto come I Fratelli Svizzeri. E’ a questo punto che l’inaspettato accade, il
gruppo cappeggiato da Conrad Grebel si accorge che il loro insegnante Zwingli
che professava la tanto acclamata frase “sola Scriptura”, all’atto pratico era
tutto l’opposto. Da lì a poco si
verificheranno le prime voci di dissenso da parte del gruppo d’intellettuali -
che tra l’altro ci si cimentava anche col greco e con l’ebraico antico - nei
confronti di Zwingli, seguiti da una serie di dibattiti biblici con tanto di
tribunali civili, per poi far sfociare il tutto in quello che ancora oggi
viene ricordato come una delle massacri più terribili della storia,
dopo quella dei primi secoli, ovvero: incarcerazioni, torture, pene capitali quali,
affogamento, decapitazioni, impiccagioni, rogo, sospensione da incarichi
pubblici e non, espulsioni, multe, e molto altro, erano il pane quotidiano sia
dei Riformatori Radicali (Anabattisti), sia di chiunque semplicemente non
abbracciasse il credo della Riforma Luterana, Calvinista o Cattolica. Alle
volte anche quando si ritrattava, la pena del rogo veniva tramutata col taglio
della testa, e per di più ci sono stati casi dove anche gli adolescenti NON
sono stati risparmiati. Tutto questo semplicemente per professare verità bibliche
quali ad esempio, il battesimo nell’acqua va fatto solo agli adulti che hanno
creduto e accettato Cristo come personale e unico Salvatore, e mai a un neonato,
così come comanda la Bibbia.
In tutta questa
storia anche gli ebrei (Dio li benedica) non furono esenti (vedi l’inquisizione
sefardita 1492).
In poche parole,
come già scritto sopra lo ribadiamo nuovamente, TUTTE le ramificazioni della
Riforma iniziarono a perseguitare sia i Riformatori Radicali (Anabattisti), accusandoli
falsamente di rivoluzionari, che chiunque semplicemente dissentisse. Per essere
considerato un dissidente era sufficiente non frequentare la chiesa di stato, immediatamente
si veniva richiamato all’ordine per poi essere processato in caso di inosservanza
al richiamo. NB: ogni processo era già di per se una condanna a morte, e che
morte!
A questo punto
preme aprire una parentesi doverosa al fine di avere una visione corretta della
storia già tanto adulterata da una nefanda diffamazione arbitraria.
Nella città di
Zwickau, conosciuta anche come la città dei tre profeti, svolse funzioni di
parroco un certo Thomas Muntzer (maggio 1520 aprile 1521), nato a Stolberg in
Turingia da una famiglia di contadini fra il 1488/1489, aveva studiato sia
all’università di Lipsia che di Francoforte per poi seguire la via del prelato,
possedeva una gran sapienza e conoscenza, ma ahimè, era molto instabile, poco
pratico, attratto dall’apocalittico in maniera confusa e fuori epoca.
Esaltato e assai
mistico, nell’aprile del 1521 verrà espulso dalla città di Zwickau in quanto la
sua predicazione iniziava ad aggravare ulteriormente il già tanto provato ambiente
cittadino a causa delle varie agitazioni socio economiche, politiche e
teologiche. Dopo poco tempo annunzierà la creazione di una nuova chiesa “la
chiesa dello spirito”, che però fallirà quasi sul nascere.
Continuerà la
sua inarrestabile carriera di predicatore spostandosi continuamente fino ad
arrivare nella cittadina di Allstedt, in Turingia, dove finalmente riscuoterà
il tanto desiderato “successo” (1523/1524). E’ qui che scriverà della
letteratura liturgica in lingua tedesca, la quale (nonostante Muntzer professasse
un completo distacco dal cattolicesimo) nel leggerla ci si meraviglia di quanto
fosse completamente improntata sul cattolicesimo, con tanto di messa e di
battesimo per i neonati.
Anche Muntzer
seguirà la linea di Lutero sposandosi con una ex monaca, e il 9 luglio del 1523
scriverà a Lutero per prendere contatti per una conciliazione. Nei suoi scritti
si evince chiaramente come esalta la parola interiore a discapito della Bibbia.
In pratica ciò che contava per Muntzer era seguire la parola ispirata dal
proprio spirito e non la Bibbia; quest’ultima vi doveva essere subordinata e
aveva il semplice compito di confermare ciò che il nostro interiore comanda
(secondo lui!). Alla fine si schiererà anche contro Lutero con diversi scritti,
uno su tutti: Protestation oder
Entbietung von dem rechten Christen glauben und der Taufe, del 1524 (Protesta o rimprovero della vera fede
Cristiana e del battesimo).
A differenza dei
primi anabattisti (Conrad Grebel e company), i quali erano di un biblicismo
encomiabile e presentavano la croce del Cristo come la croce che ogni cristiano
deve portare, Muntzer rinnegava questo fondamento biblico, asserendo assurdità
quali: <<la croce è malattia, debolezza, mancanza di fede,
errore!>>. E ancora asseriva che bisognava conquistare il regno con la
forza e la violenza. In poche parole era un vero e proprio
rivoluzionario, alieno alla Riforma Radicale (Riforma Anabattista), con una
visione completamente offuscata nonché inebriata, sia sul campo teologico che
razionale. Per farla breve, questo personaggio controverso troverà un folto
gruppo di seguaci che lo seguiranno in quella che sarà conosciuta come “la
guerra dei contadini (1524)”, la quale si concluderà con un massacro di quella povera
gente mal capitata; su un totale di 8000 anime c.a. 5000 moriranno, e Thomas
Muntzer fuggirà nella città di Frankenhausen dove verrà scovato e decapitato il
27 maggio 1525.
Grazie a Dio la
storia è chiara nel dimostrarci che dopo la sua morte non si verificò un
proseguo della sua attività da parte dei suoi mal capitati discepoli. E’
naturale, in quanto qualsiasi persona si proclami profeta e fallisca nelle
proprie dichiarazioni è destinato sia a cadere nel dimenticatoio che nella
vergogna.
E’ importante
sottolineare l’estraneità del movimento anabattista in tutta questa faccenda, nonché il
fatto che l’anabattismo si è sempre distinto - salvo rarissime e isolate
eccezioni - per un equilibrio sia
biblico che razionale, mettendo al bando tutti i sognatori, pseudo profeti e
rivoluzionari. Inoltre, uno dei segni distintivi dell’anabattismo era
l’attitudine alla non violenza in quanto espressamente riprovata dalla Parola
di Dio (la Bibbia). Un classico esempio della dottrina biblica degli
anabattisti lo troviamo in Melchior Rinck, il quale essendo anch’egli caduto
nella trappola della predicazione di Muntzer, partecipò alla guerra dei
contadini (1524). Nel 1527 si incontrerà con un capo anabattista (Hans Denck)
dove verrà guadagnato al vero Evangelo di Gesù il Cristo. Da quel
momento nella sua predicazione non ci sarà più traccia delle idee
rivoluzionarie di Muntzer. In tutti i processi che dovette affrontare (come
tutti gli anabattisti), mai e poi mai venne verbalizzato nulla di violento o
illegale, tranne il fatto di non piegarsi alla apostasia proposta dalla riforma,
come avremo modo di elencare più avanti quali fossero questi pseudo reati.
Al fine di
completare il quadro e giungere alla conclusione finale, è necessario aprire un’altra
parentesi, e per farlo non potevamo scegliere che Heinrich Bullinger (1504/1575).
Ancor prima di
Bullinger, il riformatore Zwingli si è subito distinto per il suo spirito
inquisitorio che, ovviamente, non si è fermato ai fatti pratici, quali:
confische, espulsioni, incarcerazioni, torture e pene capitali, ma, da “buon”
intellettuale, non ha indugiato ad usare l’inchiostro come strumento venefico per
colpire gli anabattisti, arrivando persino a paragonarli con i “Profeti di
Zwichau” o ancor peggio con Thomas Muntzer! Il suo ultimo scritto anti anabattista fu
intitolato: In Catabaptistarum Strophas
Elenchus (agosto 1527). E’ a questo punto che dopo la morte di Zwingli, nel
1531 scende in campo Heinrich Bullinger
con il suo trattato anti anabattista intitolato: Vom dem unverschampten Fravel, ergerlichem fern (Lo sfrontato crimine,
la dolorosa confusione e la falsa dottrina degli arbitrari ribattezzatori) (Zurigo
1531), un trattato singolare che viene presentato in forma di dialogo per agevolare
il lettore comune. Bullinger non risparmia nessun colpo arrivando perfino ad
asserire che le donne cedevano i loro corpi alla fratellanza, in quanto la
Scrittura comandava loro di abbandonare ogni cosa e rinunciare a tutto quello
che si ama di più. Ad ogni modo sul tema della falsa accusa sulla licenziosità,
Bullinger non si spinse più di tanto in quanto consapevole del fatto che il
popolo vedeva coi propri occhi qual casta, mansueta, santa e onesta
fosse la comunità anabattista. Il paradosso vuole che egli stesso asserirà che
nei conversi all’anabattismo si manifesta un radicale cambiamento di vita, ma
che questo non è una prova di cristianesimo! Ovviamente non mancherà di
diffamarli anche sul lato teologico, pretendendo falsamente di addossargli
abbominazioni dottrinali quali: la dottrina dell’apokatàstasis (restaurazione
finale degli empi e dei diavoli) e della psychooannychia (sonno delle anime).
Questi solo per fare due esempi di quanto fosse nefando, perverso e ingiusto questo
trattato. Ma grazie siano rese a Dio che esistono un gran numero di trattati,
opuscoli, articoli di fede, libri di dibattiti dell’epoca, inni anabattisti e
testimonianze che dimostrano nero su bianco quanto queste accuse siano mendaci
e diaboliche, e se non fosse sufficiente abbiamo un altissimo numero di verbali
redatti dalle autorità sia civili che giudiziarie, i quali descrivono bene
la fede degli anabattisti. Ma di questo né parleremo tra breve. Nella sua
ossessione inquisitoria, anche Bullinger si macchierà della falsa accusa di
annoverare il gruppo sorgente dei Fratelli Svizzeri (primi anabattisti, Conrad
Grebel e company) alla discendenza sia dei Profeti di Zwickau che di Thomas
Muntzer. Bullinger fu una delle principali cause che hanno sporcato l’immagine
anabattista. Ancora ai nostri giorni sono molti a credere che gli
anabattisti furono una sorta di apostati che hanno seguito le orme di Thomas
Muntzer. A proposito di quest’ultima accusa sulla “loro complicità con Muntzer”,
è bene sottolineare che tutti i moderni storici dell’anabattismo concordano che
ciò è semplicemente falso, e che Grebel e Manz (capi anabattisti) non si siano
mai incontrati con Muntzer a Griessen di Reublin in quanto le date del
soggiorno di Muntzer sono completamente diverse da quelle di Grebel e Manz.
A questo punto ci
si si potrebbe chiedere quali sarebbero stati i reati che gran parte
dell’Europa di quel tempo avrebbe imputato a questi santi uomini, per arrivare
a incarcerarli, torturarli, bruciarli vivi, senza neppur risparmiare - in più
casi - degli adolescenti? La risposta è vergognosamente semplice: il
loro credo! Di seguito vogliamo rappresentare una parte dello scritto del Dott.
Balthasar Hubmaier (uno dei tanti capi dell’anabattismo) dove egli elenca
alcuni art. di fede:
1.
Chi sono gli eretici? Ce lo dicono i primi 2 dei 36 art.: eretici
sono tutti coloro che contrastano empiamente la Sacra Scrittura (la Bibbia),
eretici sono altresì tutti coloro che gettano un velo sulla Scrittura
interpretandola in modo diverso da come lo Spirito Santo esige. Esm: pascere
con dominare, Chiesa con Roma, e costringono a credere a queste eresie;
2.
Gli eretici devono essere vinti con sante testimonianze, e NON
rissosamente, ma DOLCEMENTE;
3.
Cristo ci comanda di sopportare e di aspettare il tempo della
mietitura. Per questo gli inquisitori sono ESSI i più grandi eretici.
Hubmaier afferma
che né lo stato né il cristiano hanno il diritto di usare la spada contro gli
empi, e che il cristiano l’unica spada che deve usare è la Parola di Dio e non una
spada di ferro per uccidere. L’autorità secolare ha il diritto e il dovere di
castigare i criminali ma non gli empi.
25. Anche bruciare i libri degli eretici
serve a poco se non si combatte l’errore con la verità. E’ cosa da
niente bruciare della innocente carta, piuttosto bisogna indicare gli errori e
confutarli con la Scrittura. Questa è sapienza.
35. La legge di
bruciare gli eretici è una invenzione del diavolo (e infatti, ahimè, anch’egli
fu bruciato vivo!);
Il suo scritto
si concluderà con la frase che diventerà celebre: <<la verità è
immortale>>.
Come quasi tutti
i capi anabattisti, anche Balthasar Hubmaier farà la fine di tutte quelle
migliaia di persone che hanno suggellato la loro fede nel Cristo vivente col
proprio sangue. In una lettera Zwingli informerà a Capitone che era riuscito a
far imprigionare Balthasar Hubmaier sottoponendolo alla tortura e riuscendo a
farlo ritrattare per ben tre volte mentre veniva stirato al cavalletto. Tre
volte dovette fare anche la ritrattazione pubblica. Balthasar Hubmaier
riconobbe tutta la sua fragilità e asserirà di essere stato umiliato da Dio
stesso. Fu questa esperienza che lo fortificò e lo rimise in carreggiata nella
predicazione dell’Evangelo una volta liberato. Dopo essere stato nuovamente
arrestato nel 1527, passerà un carcere durissimo, malato, solo, senza libri,
poco robusto, verrà nuovamente costretto a ritrattare, ma questa volta cederà fino
a un certo punto. Ritratterà solamente su alcuni punti rimanendo saldo su
altri, ma alla fine riuscirà a trovare la forza nel Signore Gesù per sopportare
le torture atroci che gli spezzavano ogni parte del suo corpo già tanto provato
e debole, per non ritrattare completamente. Il 10 marzo 1528 verrà portato sul
luogo dell’esecuzione. Qualche giorno dopo anche la moglie suggellerà la fede
col martirio, dove su un ponte del Danubio verrà gettata nel fiume con una
pietra al collo. Un testimone ha lasciato la testimonianza scritta contenuta
negli archivi dell’Università di Vienna.
Altri punti
risalienti della dottrina biblica dell’anabattismo sono la condanna del pedo
battesimo, dove anche qui non poteva mancare la difesa dell’apologista
Balthasar Hubmaier, alcuni aspetti risalienti di questo pensiero anabattista
espressi da Hubmaier sono: il cristiano mediante il battesimo nell’acqua
testimonia la propria fede. Il battesimo deve essere preceduto dall’ascolto
della Parola, dal pentimento, dalla fede e dalla confessione, deve altresì
essere seguito da una vita che sia una pubblica testimonianza della fede
professata. Con il battesimo si dimostra appartenenza, obbedienza e
sottomissione non solo a Gesù il Cristo, ma anche alla Chiesa. Quindi è un
simbolo di un duplice impegno.
Contrariamente
il battesimo impartito ai neonati è insignificante nonché perverso perché
deruba il vero significato del vero battesimo. E’ ridicolo asserire che non c’è
un passo della Scrittura che vieti categoricamente il pedo battesimo. E’ chiaro
abbastanza agli occhi per vederlo benché non sia messo nero su bianco
<<non battezzate i bambini>>. Se così fosse allora io potrei
battezzare il mio asino, il mio cane, oppure circoncidere le bambine
semplicemente perché non viene specificato di non farlo!
A questi accenni
che stiamo apportando (alla fine dello scritto sarà chiaro perché lo stiamo
facendo) non potevamo escludere i 7 art. di Schleitheim (località di Schleitheim,
cantone svizzero di Sciaffusa) redatti il 24 febbraio 1527, da un certo numero
di esponenti dell’anabattismo provenienti dalla Svizzera e dalla Germania
meridionale. I punti trattati sono:
1.
Battesimo;
2.
Scomunica;
3.
Cena del Signore;
4.
Separazione dal mondo;
5.
Pastori;
6.
Non resistenza;
7.
Giuramento.
In detti
articoli si evince chiaramente la loro santità, mansuetudine, fedeltà biblica e
astensione al giuramento, a tal punto che tutti coloro che avessero una vita
empia, amorale e violenta venivano scomunicati e privati della santa cena fino
a ravvedimento (art. 2). Interessante notare come sia Zwingli che Calvino
vollero confutare gli articoli di Schleitheim (apportando in questo modo
ulteriore documentazione storica), Zwingli inserì la propria refutazione nel
suo Elenchus, mentre Calvino scrisse nel 1544 la “Brève instruction, pour armer
tous les bons fidèles contre les erreurs de la secte commune des anabaptistes”.
La pena capitale
era stata adottata in Svizzera nel 1525 nei cantoni cattolici, nel 1526 nei
cantoni protestanti, nel
Il primo mandato
in terra protestante che decretava la pena di morte per il ribattesimo
(battesimo degli adulti) fu quello emesso dal Consiglio della città di Zurigo
il 1 marzo 1526. Da quel momento si spanderà a macchia d’olio. Negli stati del Sacro
Romano Impero invece verrà emesso nel 1527.
Si era perfino
arrivati al punto di considerare gli anabattisti vere e proprie bestie,
privandoli anche di un processo (che poi erano tutti falsi) formale, e che
chiunque li incontrasse poteva ucciderli liberamente. Questo avvenne nel Wuettemberg
con ordine di Ferdinando I del 26 gennaio 1528, nel Palatino elettorale (ad
Alzey nel 1527) per l’arbitrio di un funzionario locale, nella Svevia nel
1527/28 coi squadroni di cavalleria, e nelle città cattoliche di Uri, Schwyz,
Unterwaldem e Zug dal 10 giugno 1532. Nella corona austriaca con mandato del 27
febbraio 1528, e in Baviera col mandato del 27 aprile 1530, anche coloro che
ritrattavano venivano uccisi tramutando la pena del rogo con quella della
decapitazione. Anche il congregarsi fuori della chiesa stabilita nonché l’omettere
formale denuncia alle autorità competenti erano reati perseguibili. In
poche parole l’unione dello stato con la chiesa ha reso possibile uno
dei massacri più atroci dell’umanità per motivi di fede.
La pena più
comune era il rogo, talvolta si legava un sacchetto di polvere da sparo al
collo, oppure si cospargevano i capelli, la barba e i vestiti con polvere da
sparo. Frequentemente prima dell’esecuzione il boia mozzava la lingua del
condannato e le strappava dal corpo pezzi di carne con delle tenaglie roventate.
Si comprende come non fosse la paura di morire ciò che preoccupasse il
cristiano, ma quella delle sofferenze che si dovevano passare, ed erano
queste che in alcuni casi hanno fatto vacillare la fede di grandi uomini di
Dio. E’ più che compressibile, scriverlo è semplice, parlarne ancora di più, ma
passarlo è tutta un’altra cosa!
Voci di dissenso
ce né furono, come ad esempio Filippo d’Assia, i teologi Johanann Brenz,
Ambrosius Blaurer, Andreas Osiander, il Pastore Johanan Odenbach, ma dopo il
1535 nessuno più oserà pronunciarsi contro la pena capitale.
Ambrosiua
Blaurer, che nel 1531 presiedette la conferenza Memmingen, con la quale si
dichiarava inconcepibile la pena capitale per gli anabattisti, improvvisamente cambierà
idea nel 1536 compilando a nome della Facoltà di Teologia di Tubingen la
risposta al quesito proposto dal duca Ulrico di Wurttemberg, dove riconosceva
pienamente allo stato il diritto di uccidere gli anabattisti con la pena
capitale, non prima però di cercare di convincerli con la persuasione (sennò
che cristiano è! ...). La stessa linea seguirà Johannes Brenz, che nel 1528
negherà con suo Underrcht Philips Melanchthon, che lo stato ha qualche diritto
a uccidere o far violenza per questioni religiose, sarà uno dei firmatari del
Prozess, wie es soll gehalten werden mit den Wiedrtaufern, del
Arrivati a
questo punto non possiamo esimerci di nominare il sig. Martin Lutero. Tutti
conosciamo bene come nei suoi primi scritti abbia duramente criticato
l’operato cattolico contro gli eretici (il rogo veniva condannato in una delle
sue 95 tesi del 1517, e nell’Appello alla nobiltà cristiana del 1520), e come
questi dovevano essere piegati senza il rogo o lo stato, ma con la Sacra
Scrittura, e lo stato doveva operare dentro il proprio margine senza
interferire in questioni di fede. D’altronde la chiesa aveva i suoi propri
mezzi disciplinari quali: ammonizione fraterna e bando. Lutero era perfino
favorevole alle sette in quanto strumenti usati da Dio per stimolare i veri
credenti, arrivando addirittura ad affermare che Thomas Muntzer andava lasciato
perdere. Anche se immediatamente dopo asserirà che chiunque combatta con il
pugno, lo stato dovrà rispondere di conseguenza.
Lutero seguirà
questa linea fino al 1528, ma dal 1529 improvvisamente cambierà il suo
pensiero approvando il mandato imperiale di Spira del 1529 e quelli successivi,
i quali decretavano la pena di morte per gli anabattisti. Ad ogni modo fin
dall’inizio (nonostante contrario alle carneficine) considerò gli anabattisti nemici
dello stato lungi dall’essere considerati spirituali nonché sediziosi e
rivoluzionari. Nella sua esposizione del Salmo 82, del 1530, si evincerà
chiaramente questa netta metamorfosi. Il suo spirito privo di sentimenti
inquisitori improvvisamente si lascerà trasportare oltre i confini della ragione
adottando quello che prima condannava. Lutero affermava che non c’è nessuna
differenza o contraddizione nell’asserire che siamo tutti liberi di non credere
(come aveva sempre sostenuto fino a quel momento), e il fatto che lui
appoggiasse la pena di morte nei confronti degli anabattisti, che invece si
ostinavano a non abbracciare il credo luterano (infatti era questa l’accusa
mossagli da Lazarus Spengler di Norimberga). Lutero a sua difesa presenta la
distinzione fra l’esser <<soltanto eretico>>, cioè dissentire su
questioni di secondaria importanza, ovvero di pubblica irrilevanza, e chi invece
professa e insegna apertamente opinioni che contrastano con quelle della chiesa
di stato e danno luogo a pubblica irrequietezza. In poche parole Lutero
asseriva che credere in maniera scorretta e a sua volta pubblicarlo (evangelizzare),
diventava una bestemmia. Lutero era contrarissimo al fatto che coloro che non
abbracciassero il vero credo (quello luterano) lo manifestassero pubblicamente
contrastando così il credo degli apostoli, per tanto erano pubblici
bestemmiatori e dovevano essere soggetti alle punizioni temporali (pena
capitale). Tale affermazione risulta invalida dal momento che gli anabattisti
potevano tranquillamente abbracciare il credo apostolico, rendendo così il
concetto di bestemmia di Lutero completamente arbitrario. Lutero considerava qualsiasi
offesa all’Evangelo una bestemmia, è in questa vi inseriva anche il rifiuto
del battesimo ai neonati. Stando però a questo principio, qualsiasi
dissenso sul suo punto di vista sarebbe stato considerato una bestemmia.
Secondo Lutero in questo modo non veniva punito l’eretico, ma semplicemente il
pubblico bestemmiatore, egli classificava l’eretico come una persona da
sottoporre a una mera disciplina ecclesiale, mentre il pubblico bestemmiatore
doveva essere sottoposto alla legislazione in vigore che puniva la bestemmia
con la morte sulla base della sola Scriptura (Lev. 24:16) e il Codice
Giustiniano:
(6) E COSTA, Crimini e pene da Romolo a
Giustiniano, Bologna 1921, pp.199-200 rileva che in epoca giustinianea non vengono introdotte nuove figure di reato
a parte la bestemmia. Nov.
77) e la celebrazione di cerimonie attinenti il culto cristiano in edifici
privati che non sono idonei ad esserne sede (Nov. 58): le rispettive punizioni
sono la pena capitale e la confisca dell’edificio irregolarmente adibito al
culto. Si veda anche A. BURDESE Manuale di diritto pubblico romano3, Torino
1987, p. 269. Secondo la dottrina,
l’introduzione del reato di bestemmia
discende dal fatto che, se son degne di pena le ingiurie recate agli uomini,
tanto più lo devono essere quelle recate alla divinità.
Era questa la tesi
che costituiva la definizione di bestemmia, in tal modo da renderla un reato
vero e proprio nei confronti dell’ordine costituito di cui la chiesa né era
parte integrante. Ecco qui che anche gli anabattisti, per quanto miti potessero
essere venivano annoverati come sediziosi e ribelli.
Secondo Lutero
questo modo di giudicare non somigliava affatto all’inquisizione cattolica, in quanto gli
anabattisti venivano giudicati davanti a una corte civile avvalendosi delle
leggi dello stato. E’ chiaro che questo agire era semplicemente ipocrita in
quanto le corti civili (che non avevano nessuna competenza in teologia) condannavano
gli imputati di reato avvalendosi unicamente delle indicazioni indicategli dai
teologi della chiesa di stato.
Nel 1531 le idee
di Lutero diventeranno la posizione ufficiale della Facoltà di teologia di
Wittemberg. Data l’agitazione che provocavano le esecuzioni capitali degli
anabattisti, l’elettore Giovanni chiederà l’opinione dei teologi di Wittemberg
e in particolare di Lutero. Sarà Melantone in persona a stilarla alla fine
dell’ottobre del 1531 (Gutachten an den Kurfursten von Sachsen). Il documento
iniziava con un’aspra definizione dell’anabattismo definendolo una dottrina
falsa e sediziosa, di conseguenza anche i suoi membri altro non sono che dei
sediziosi e bestemmiatori. Il documento li classifica in tre gruppi: 1) i
propagandisti ed i recidivi; 2) i seguaci che professano dottrine sediziose; 3)
gli erranti per ignoranza che potrebbero essere persuasi a ritrattare. I primi
due gruppi (secondo il documento) devono essere messi a morte, quelli del terzo
devono essere trattati con misericordia, a condizione però che dopo essere
stati ammaestrati ritrattino e facciano pubblica penitenza, in caso contrario,
siano espulsi dal paese o castigati con altra mite punizione in quanto
posseduti dal diavolo, sempre che non professino dottrine di sedizione.
Degno di nota è
il parere personale che Lutero aggiungerà a quello della Facoltà: << Consento. Benché sembri crudele punirli con
la spada, è più crudele che essi
condannino il ministerio della Parola e non avendo una ben fondata dottrina
sopprimano quella vera e cerchino in questo modo di sovvertire l’ordine civile
>>.
E’ importante
segnalare che Melantone ebbe a svolgere un ruolo di primo ordine nella politica
ecclesiastica della Sassonia elettorale, assumendosi con impeto il ruolo di
giustificare nonché raccomandare la linea adottata dalla Facoltà di Teologia di
Wittenberg. Furono diversi i suoi scritti antianabattisti che propagandavano la
linea inquisitoria (anche se così non veniva definita), alcuni di questi sono:
· Etliche
propositiones wider die lehr Widerteuffer (Alcune dichiarazioni contro la
dottrina degli anabattisti) del
· L’opuscolo del
1536, Verlegung etlicher unchristlicher Artikel, welche die Wiederteuffer
furgeben (Pubblicazione di alcuni articoli anticristiani, che gli anabattisti
espongono);
· L’ultimo suo
scritto un anno prima di morire, Ob fromme Obrigkeiten unrecht tun, wenn sie an
schrecklichen Irrttumern festhaltende Wiedertaufer toten (Se le pie autorità
agiscano ingiustamente, quando uccidono gli anabattisti che si ostinano
nel loro spaventevoli errori), 1559.
Anche Justus
Menius, come Melantone perseguirà nei suoi scritti la rivendicazione ossessiva di
dimostrare che è giusto mettere a morte gli anabattisti. Nel 1538
due anabattisti, Hans Kohler e Hans Scheffer furono giustiziati non per
sedizione ma per bestemmia, inasprendo così gli animi in particolare del
popolo, nei confronti di una condanna a morte per motivi unicamente di fede. Fu
allora che Justus Menius scrisse un trattato intitolato Wie ein jeglicher Chrst
gegen allerley lere… sich gebehrlich halten son (Come ogni cristiano ha il dovere
di comportarsi di fronte a ogni genere di dottrina), egli sostiene che il clero
deve usare soltanto armi spirituali, mentre invece le autorità civile hanno
l’obbligo di punire severamente coloro che insegnano false dottrine, in quanto
aperti bestemmiatori, assassini di anime e insidiatori della pace e la
sicurezza dei sudditi. Ecco qui un altro esempio di cosa succede quando lo Stato
e la chiesa diventano un organo unico.
Justus Menius
ripresenterà un altro scritto, Von dem Geist der Widerteuffer (Dello spirito
degli anabattisti), 1541, dove apparirà nella prefazione un commento elogiativo
del sig. Martin Lutero. Importante notare che a quel punto erano passati
ben sei anni da Muntzer, rendendo così impossibile sostenere contro ogni
evidenza che gli anabattisti della Turingia, della Sassonia o dell’Assia
fossero dei sediziosi. Le loro uccisioni (barbare) erano esclusivamente per
motivi di fede (biblica).
Più di qualche
storico pensa che Martin Lutero ebbe dei tentennamenti sulla linea sanguinaria
e intransigente adottata in maniera standard su chiunque fosse annoverato come
anabattista. Ad ogni modo questi tentennamenti non si concretizzarono in
quanto nel 1536, aggiungerà il proprio consenso allo scritto dei teologi di
Wittenberg al quesito di Filippo d’Assia, ma aggiungerà una raccomandazione di
accompagnare la severità con la misericordia.
Un chiarimento
va fatto, è chiaro che ci sono stati casi dove degli anabattisti hanno avuto
comportamenti indegni, indecorosi, immorali e rivoluzionari, ma è storicamente
approvato che si è sempre trattato di casi rarissimi e isolati, mentre quello
che non è stato isolato è l’atteggiamento inquisitorio della restante parte
della riforma che, sulla base della
frase “Sola Scriptura”, hanno ucciso una infinità di gente innocente unicamente
per motivi di fede, per non parlare della famosa caccia alle streghe nata nel
medioevo e portata avanti per tutta l’epoca della riforma. Ci sembra che il
paragone non regga! A conferma di questa realtà storica che stabilisce la
buona fama e reputazione degli anabattisti, isolando in maniera ben evidente i
rari casi di agitazione spirituale e morale, sono gli stessi scritti
antianabattisti, i quali recitavano: <<la buona condotta degli anabattisti è un’opera del diavolo!>>.
La cosa triste è che molti sono i teologi che seguirono questa linea di
pensiero ambigua, nonché paradossale. Se volessimo proseguire coi
paragoni, sarebbe degno di nota attingere a quel fatto storico dove gli
anabattisti formulando delle accuse sui loro inquisitori, cioè di avere dei
costumi che non raccomandavano ai loro ascoltatori, ricevettero la risposta di
Justus Nenius che, come sempre rispose con una delle sue consuete frasi
paradossali: <<Bisogna fare
distinzione fra la persona, con la sua vita, la sua condotta e le sue opere, ed
il suo ufficio e magistero. E quando l’ufficio e il magistero sono retti e
puri, ma la persona è da biasimarsi, tu attieniti all’ufficio e al magistero e
lascia andare la persona con le sue opere!>>. Come disse più di qualche storico, era una
pessima lezione di luteranesimo, ma era altresì l’unica maniera di gettare
tutta la colpa sugli anabattisti che presentavano delle giuste osservazioni sui
loro carnefici, che pretendevano evangelizzarli presentando come unica
alternativa alla religione la morte, e la morte per tortura e rogo. Anche qui
sembra che il paragone tra gli anabattisti e il resto della riforma non regga,
le ragioni dei malcapitati martiri erano assai ben più valide degli sterili
discorsi del “sig.” Justus Menius e company. Le opere di Justus Menius del 1530,
1538 e 1544 si trovano in Der ander Teil der Bucher D. Martin Luthers,
Wittenberg, 1551. Sul suo pensiero e
sulla sua opera: G. L. SHUMUDT, Justus Menius, 2 vv. 1867.
Giunti a questo
punto, prima di chiudere con l’epoca della riforma e passare alla
finalizzazione del quaderno che terminerà presentando i vari personaggi storici
che hanno predicato la dottrina del rapimento attraverso i secoli, è necessario
elencare alcuni parametri riguardanti i documenti storici (elencati finora)
presenti negli archivi, dove vengono conservati al fine di essere consultati e
studiati:
·
Petizione
al Landtag, uno dei più importanti documenti sull’anabattismo conservati negli
archivi di Zurigo. La petizione non fa che confermare il carattere evangelico e
non violento dell’anabattismo dei Fratelli svizzeri;
·
Johannes
Kessler (1502-74) riformatore e cronista di S. Gallo, autore della famosa
storia culturale ed ecclesiastica intitolata Sabbata;
·
Gabriel
Gibel di S. Gallo, diventò un collaboratore di Conrad Grebel. In agosto del
1525 scriverà una lettera ai fratelli di Zollikon, asserendo che 500 persone
erano state battezzate;
·
Una
documentazione importante di come si svolgevano i processi di alcuni cristiani
che venivano messi a morte per la loro fede si trova in Muller, Berner Taufer,
42.s. Sui processi contro gli anabattisti a Berna nel XVI secolo: A. Fluri,
Tauferhinrichtungen in Bern im 16.
Jahrhundert, <<Berner Heim>>, 1896;
·
Sulle
vicende di Waldshut in questo periodo: J. Loserth, Die Stadt Waldshut und die
vorderosterreichische Regierung in den Jahren 1523-1526, << Archiv fur
Oesterreichichte>>, LXXVII,1-149;
·
Sommario
della dottrina anabattista scritti da Sattler e spediti a Bucero e Capitone.
Costituisce un documento importante di quella che era la fede degli anabattisti
della Germania meridionale dell’epoca delle riforma;
·
La
grande cronaca Hutterita scritta tra il 1565 e il 1665;
·
Lo
specchio dei martiri;
·
Grande
antologia filosofica VIII;
·
Hans
Hut, lasciò quattro scritti e diversi inni, uno di questi scritti è: Vom
Geheimnus der Tauff;
·
Catharina
Zell, Archivi Der Kulturgeschichte;
·
Lettera
di Capitone, Archivi ecclesiastici di Basilea;
·
Gesuita
persecutore degli anabattisti, biblioteca vaticana (biblioteca Ottoboniana);
·
Processo
di Hubmaier, archivi dell’Università di Vienna;
·
Atti
processuali di Hofmann, archivi di Stato di Spira;
·
Opuscolo
di Magonza 1524, biblioteca di Civica di Magonza;
·
Lettera
di Wlfgang Vogel c.a. 1500, archivi di Norimberga;
·
Nwff,
Nurnberg, ME, III, 927, importante documento storico anti anabattista;
·
Grosso
Codice Hutterita.
Gli elenchi
potrebbero continuare per intere pagine, pertanto ci fermeremo qui; quanto
riportato è più che sufficiente per dimostrare quanto asserito.
Come
abbiamo potuto constatare l’epoca della riforma è stata caratterizzata da un
periodo di assestamento spirituale, territoriale, politico, economico, militare
e molto altro. E’ a questo punto che, chi scrive, pone la seguente domanda:
come si può pretendere che uomini come Lutero, Calvino, Bucero, Zwingli,
Melantone, Menius e moltissimi altri, avessero predicato la dottrina del
Rapimento della Chiesa, quando non erano neppur riusciti a capire che i neonati
non vanno battezzati? E questo solo per rappresentare una delle moltissime
lacune bibliche che venivano sbandierate come la più grande verità della Bibbia.
Per non parlare del fatto che ancora non avevano capito che i veri cristiani
(che loro chiamavano dissidenti) non dovevano essere né torturati né tantomeno
uccisi, e uccisi bruciandoli vivi, avvolte anche a fuoco lento! Ripetiamo la
domanda/perplessità: chi asserisce quanto appena detto pretendendo così di
presentare una prova, è a conoscenza di tutti questi eventi storici, i quali
sono confermati da una infinità di documentazione? A sua volta si pone un altro
quesito: come potevano gli anabattisti e tutti quei altri gruppi che non
partecipavano a queste brutalità, in quanto non facevano parte di quei
movimenti, parlare del Rapimento della Chiesa quando la parola d’orine era: SI
SALVI CHI PUO’! Per non parlare di tutte quelle nazioni dove veniva proibito
possedere foss’anche una sola porzione della Sacra Scrittura, pena la morte (vedi
la storia di William Tyndale 1494/1536). E’ chiaro ed evidente che
ci si trova davanti una perniciosa volontà di presentare le proprie pseudo asserzioni,
facendo leva sulla mancanza di conoscenza da parte dei più, per poter
pretendere che delle pseudo conclusioni vengano accettate e avallate come
l’unica verità da accettare e perseguire.
Capitolo III
Il Rapimento
della Chiesa nella storia.
Come abbiamo
potuto dimostrare nella conclusione del precedente capitolo, la situazione era
a dir poco confusa e in fase di assestamento sotto ogni punto di vista, compromettendo
così la lucidità spirituale, senza la quale è impossibile poter capire e
perseguire le dottrine della Bibbia come appunto quella del Rapimento della
Chiesa, e, come già visto, questo non è valso soltanto per l’epoca della Riforma,
ma per tutte quelle epoche che hanno attraversato i secoli a partire dalla
nascita del cristianesimo, e come se ciò non bastasse, sia i conflitti bellici
che religiosi hanno determinato la distruzione di un numero incalcolabile di manoscritti e scritti,
il cui numero non potrà mai essere calcolato, ma certamente si tratta di centinaia
di milioni di unità (vedi ad esempio la storia della biblioteca di Alessandria
dove soltanto in due incendi si stima la perdita di c.a. 1.400.000 esemplari) eppure,
nonostante tutte le traversie che la storia ci ha rappresentato, proprio essa
ci porta a conoscenza del fatto compiuto che diversi uomini hanno parlato sia
del Rapimento della Chiesa che del suo avvento pre-apocalittico a partire già
dall’epoca patristica, pertanto, senza indugio, vogliamo accingerci alla
rappresentazione dei personaggi partendo dall’alto al basso.
John L. Bray
Negli anni
ottanta del secolo scorso, un famoso pastore di nome Jonh L. Bray scrisse un
libro intitolato: <<The Origin of
the Pre-Tribulation Rapture
Teaching>> dove in maniera molto pronunciata attaccava la dottrina
del Rapimento della Chiesa prima della Grande Tribolazione, arrivando a offrire
500,00 dollari a chiunque avesse dimostrato che il Rapimento della Chiesa
concepito in due tappe, prima della Tribolazione (7 anni), ovvero prima della
Grande Tribolazione (3 ½ anni), trovasse
un riscontro storico prima del
In verità la
storia sarebbe leggermente più articolata, in quanto tutto girerebbe intorno a un
nome, la sorella Margaret Macdonald che nel 1830 ebbe una rivelazione da parte
dello Spirito Santo, dove gli mostrò il rapimento pre-tribolazionista. E’ a
questo punto che quasi tutti gli oppositori di questa verità biblica, punterebbero
il proprio indice per indicare la data della nascita di questa dottrina. A
quanto pare, in un primo momento, anche il nostro amico John L. Bray sarebbe
stato di questo parere, ma poi qualcuno gli presento nientemeno che il nome di
un prete Gesuita di nome Emmanuel Lacunza (Rabbi Ben Ezra) il quale avrebbe parlato del rapimento nel suo libro (scritto sotto il nome di Ben Ezra),
il cui
titolo era “Il ritorno del Messia in
gloria e maestà”, che terminò attorno al 1791, ma
venne pubblicato soltanto nel 1812. Nel
suo libro insegnò che Gesù sarebbe
tornato due volte per la Chiesa: il primo
ritorno sarebbe avvenuto per portare la sua
Chiesa fuori dal mondo, così che Dio il
Padre potesse versare la sua ira sul mondo. E’ a questo punto
che John L. Bray sposterà la data dal 1830 al 1812. Preme segnalare che
qualsiasi connessione e/o scopo abbia avuto il pensiero di Lacunza, risulta
irrilevante per quanto riguarda lo studio in esame, al contrario, non fa altro
che avallare il concetto di base (A.F.Vaucher). Per chi desiderasse
visionare una parte dello scritto di Lacunza, di seguito si fornisce il link
ove contenuto il vol. II (totali sono 3):
https://archive.org/stream/lavenidadelmesa01lacugoog#page/n7/mode/2up
Prima di
continuare è necessario aprire un’altra parentesi:
Gli oppositori
della dottrina sia del rapimento, sia che questo avverrà prima della grande
tribolazione, al vedersi smascherati davanti al fatto compiuto che sostenitori
di questa dottrina non sono mai mancati nonostante le grandi problematiche
l’umanità abbia attraversato, hanno cambiato strategia asserendo che essa è una
dottrina creata a pennello dalla chiesa cattolica e introdotta da essa nella
chiesa evangelica. Personalmente, chi scrive, risponde nella seguente maniera:
allora dovremmo altresì dire che la dottrina della Trinità è cattolica,
semplicemente perché essi credono lo stesso, oppure la dottrina dell’inferno,
la deità di Gesù, la risurrezione, e così via… Come ben noto a tutti,
nell’antichità l’accesso ai manoscritti e ai libri non era facile, erano ben
pochi i detentori di tali privilegi, per non parlare dell’analfabetismo
presente su tutto il pianeta e delle difficoltà che esistevano per quanto
attiene l’accesso agli istituti di formazione. E’ per questi fatti che il
cattolicesimo ha avuto un vantaggio da non sottovalutare, in quanto, sia per la
possibilità economica che per l’accesso a qualsiasi tipo di istruzione, è stato
sempre in grado di garantire ai propri adepti la più alta formazione e approfondimento
culturale di qualsiasi tematica, pertanto, essi si sono semplicemente resi
conto di un fatto biblico concreto e reale. A smontare ulteriormente l’idea che
tale dottrina sia cattolica, sta il fatto che lo stesso cattolicesimo in un
primo momento squalificò il Lacunza, non riconoscendolo come portavoce del
pensiero cattolico. Ad ogni modo ci si rende perfettamente conto che, per
screditare una dottrina biblica vera, in qualche maniera bisogna barcamenarsi,
anche se questo comporti l’arrampicarsi sugli specchi!
Giunti a questo
punto si spera che lo scrivente non venga fatto passare come qualcuno che
sostiene la dottrina cattolica, dal momento in cui se bene ci sono pochissime
cose in comune, ce ne sono miliardi che ci dividono nettamente da ogni
tipo di comunione spirituale, dottrinale e confessionale (II Cor. 6:14-18; Ap
18:2-4). Inoltre, si precisa altresì che, chi scrive, è palesemente contro
ogni forma di ecumenismo!
Morgan Edwars (1722-1795)
Morgan Edwards nato a Trevethhin, Galles, dopo essere stato
educato nel prestigioso College di Bristol, comincerà a predicare nell’anno
1738. Pasturerà piccole congregazioni Battiste nell’Inghilterra di quei giorni
per c.a. sette anni prima di trasferirsi a Cork, Irlanda, dove si fermerà per
c.a. nove anni prima di emigrare in America nel 1761, per pasturare la chiesa
Battista di Filadelfia. Sarà in America che scriverà il suo libro intitolato Millenium, Last Days, dove
presenterà la sua posizione sulla dottrina del Ritorno di Cristo per cercare la
Sua Chiesa PRIMA della Grande Tribolazione. Di seguito vogliamo riportare le
parole descritte in un paragrafo del libro scritto nel 1788:
<< I santi morti saranno
risuscitati mentre i santi in vita saranno trasformati nel momento che Cristo
appaia nell’aria (1 Tess. 4:17); questo si concretizzerà tre anni e mezzo prima
del millennio, come vedremo a continuazione. Staranno con il Signore tutto il
tempo nell’aria fino al millennio? NO! Essi ascenderanno in paradiso oppure in
alcuna delle moltissime dimore della casa del Padre, e così spariranno per il
solito periodo di tempo. Il motivo di questa ritirata è perché essi saranno
giudicati (per ricevere il premio) e
trasformati in santi>>.
Ovviamente
la sua posizione è nettamente inserita alla metà della Tribolazione, ad ogni
modo si parla sia del Rapimento della Chiesa che del fatto che questo avverrà
prima della grande tribolazione.
John Gill
Fu un famoso teologo Battista del XVIII secolo.
Nel 1748 pubblicherà un
Commentario Biblico sul Nuovo Testamento, dove sul relativo passaggio di I
Tess. 4:15-17 scriverà quanto segue:
<<L’Apostolo
Paolo ha qualcosa di nuovo e straordinario da annunciarci concernente la venuta
di Cristo, la prima risurrezione o la risurrezione dei santi, e la trasformazione
dei santi vivi nonché il Rapimento di entrambi risorti e trasportati nelle nuvole
per incontrarsi col Cristo nell’aria, dove Cristo stesso si fermerà per essere
visibile a tutti, ma non scenderà sulla terra in quanto non sarà pronta per
riceverlo>>.
Quanto
letto parla da solo.
Joseph Mede (1586-1638)
Studioso biblico laureato a Cambridge con una
preparazione didattica molto versatile, oltre ai suoi studi biblici è stato
anche un egittologo, naturalista, ebraista ed infine divenne docente di greco
antico. In uno dei suoi scritti leggiamo:
<<la risurrezione di coloro
che dormono in Cristo e il rapimento di coloro che sono vivi, si troveranno
insieme nell’aria >>.
Efrem il
Siro (Nisibis
306 Edessa 373)
Scrittore, commentatore
biblico, poeta, autore di un buon numero di cantici cristiani, teologo della
chiesa primitiva bizantina viene ancora oggi ricordato come una mente che ha
lasciato il suo segno nell’epoca patristica. Anche se in ritardo, la chiesa
cattolica di Roma lo ha riconosciuto mentre quella ortodossa siriaca lo ha
sempre venerato.
NB: Siria è considerata una
delle culle intellettuali del cristianesimo patriarcale.
Il famoso teologo,
escatologo, storico, ebraista Grant Jeffrey (ebreo messianico) è riuscito a
trovare nel suo libro l’Anticristo una sua frase che cita le seguenti parole:
<<Tutti
i santi eletti di Dio saranno riuniti prima della tribolazione che ha da venire
sulla terra, e saranno portati al Signore affinché non vedano la confusione che
cadrà sul mondo a causa dei nostri peccati>>
Alcuni studiosi hanno suggerito che questo manoscritto è stato esteso
qualche secolo più tardi (5/6 secolo), ma sicuramente prima della nascita
dell'Islam nel 622. Tuttavia William Bousset,
uno dei più grandi studiosi di antica escatologia, ha concluso che il libro l'Anticristo
è stato scritto da Efrem il Sirio 306/373, 1 Andrew R. Anderson ha scritto nel
suo libro Porta di Alexander che la data è valida.
NB: al di là delle controversie che possa presentare il
personaggio, poco ci interessa dal momento in cui l’unico nostro interesse è
dimostrare la presenza della dottrina del Rapimento della Chiesa in primis, e
il fatto che questo avverrà dopo la Grande Tribolazione.
Vittorino di Petovio (250/304 -
martire)
E’ stato vescovo e scrittore nonché commentatore biblico,
classificato dal celebre Girolamo un erudito biblico. Nei suoi numerosi lavori
ha scritto anche sull’Apocalisse di Giovanni dove si evince chiaramente il suo millenarismo.
Sarà nel suo commento del cap. 11 di Apocalisse dove dichiarerà che la Chiesa
sarà tolta durante il tempo della Grande Tribolazione. Interessante notare il
commento fatto dal celebre scrittore Tim LaHaye autore di numerosi beat seller
che hanno venduto decine di milioni di copie, dove in uno di questi scriverà
quanto segue:
<<senza discussione, il vescovo
Vittorino di Petovio, brillante maestro della Bibbia, il quale ha vissuto nel
terso secolo d. C. ha visto che la chiesa sarebbe partita prima delle piaghe
che verranno durante il tempo dell’ira di Dio, che, secondo il suo commentario
di Apocalisse cap. 11, sarebbero durate anni sette (7). Il suo modo di scrivere
sopra il rapimento è stato: “essi saranno usciti dal mezzo”. Lamentabilmente
anni dopo l’insegnamento di San Agostino d’Ippona (354/430) molto influenzato
da Origene, ha fatto sì che i cristiani professanti, dal V secolo in avanti intraprendessero
la via dell’a-millenarismo con tendenza al post-millenarismo, tipico della
chiesa Cattolica Romana che sorgerà da lì a poco>>. (Cosi
come precisa il documento esposto al pubblico in una vetrina della Basilica di
Santa Sofia- Istanbul, stipulato da Teodosio nel 381).
Conclusione
L’elenco di
scrittori, commentatori, teologi, che si sono pronunciati su questa tematica
potrebbe continuare, ad ogni modo ci fermeremo qui dal momento che spesso sono
collegati fra loro e comunque quanto scritto è più che sufficiente per essere
accettato o respinto. Infatti non sono pochi coloro che negano anche l’evidenza,
cercando di far leva sull’inesistente, nonché approfittandosi
dell’analfabetismo sia biblico che storico di molti.
Come già detto
sopra lo vogliamo ricordare, abbiamo affrontato il
tema del Rapimento della Chiesa alla luce della storia, NON perché è la base
per determinare la verità di questa dottrina biblica che può essere trovata
nella sola Scriptura, ma perché questi argomenti sono spesso al centro delle
critiche pre-tribolazioniste, le quali hanno la pretesa di avvalersi della
storia (falsa) come se questa fosse la base per avallare o invalidare le
dottrine della Bibbia!
Giunti alla conclusione di questo
quaderno, sarebbe invece interessante conoscere quali sono i personaggi che,
alla luce della storia (a partire dall’epoca patristica) hanno collocato il
Rapimento della Chiesa alla fine della Grande Tribolazione! Personalmente
chi scrive non si vergogna di confessare tutta la propria ignoranza su questo
tema, e gli piacerebbe conoscere la risposta.
Infine, è
necessario sottolineare - visto i tempi che stiamo attraversando – che ogni
cristiano che si rispetti ha una linea di pensiero ben precisa e definita, e la
favola che si pretende avallare come la più grande spiritualità del secolo,
ovvero, che molti super spirituali si professano ADENOMINAZIONALI nel nome di
un Biblicismo straordinario, è pressoché ridicola. Al contrario, è proprio nel
nome della Verità che siamo DENOMINAZIONALI, con tanto di chiesa di
appartenenza, credo di appartenenza, linea di appartenenza, ecc. L’ECUMENISMO è
sATANICO! Ahimè! quando ad asserire determinate fantasie sono le masse, ma
quando ad asserirle sono i ministri, allora la tolleranza è zero. Con questo
non si intende asserire che ciò che si deve seguire è la denominazione, ma
semplicemente che dobbiamo avere un nome. D’altronde non mi posso identificare
come mussulmano o buddista e poi seguire il cristianesimo o viceversa!
In questi ultimi
giorni della pazienza di Dio, sono molti coloro che nel mondo intero si
sono alzati per combattere una guerra dottrinale nei confronti del Rapimento
della Chiesa, e, per sorpresa sia di chi scrive che di molti altri ministri di
Cristo sparsi nel mondo, è emersa la seguente “casualità”: tutti i principali
protagonisti di questi attacchi non si sa da dove vengono, a quale chiesa
appartengono, qua è il loro pastore, e se si professano pastori chi li ha
nominati e soprattutto qual è la chiesa da essi pasturata. E’ da sottolineare
che, nel nome di un apparente “buon” insegnamento biblico, inseriscono decine di
eresie come ad esempio la pseudo dottrina della predestinazione (investigate su
di loro, chi sono, da dove vengono, e l’indirizzo della loro chiesa col
relativo nome del pastore).
Altra falsa teoria
è che la chiesa deve passare per la Grande Tribolazione (quando questa sarà
data in man dell’Anticristo Ap. 13:7, verificandosi cosi una frizione con Matt.
16:18, qualora avallata) per essere purificata! Da quando il cristianesimo è
cristianesimo l’unica cosa che purifica la Chiesa è il sangue di Cristo, non la
tribolazione, inoltre, che significa questo, che tutti quei milioni di credenti
che sono morti in cristo e hanno avuto una vita tranquilla e senza le
persecuzioni che ancora oggi avvengono in 50 nazioni del mondo non saranno
salvati perché NON tribolati? Però che
teologia!
Ad ogni modo ci
fermiamo qui in quanto il presente quaderno vuole avere un indirizzo unicamente
storico.
E’ chiaro che se
il Rapimento della Chiesa è così grandemente combattuto, evidentemente dà molto
fastidio a satana in quanto il tempo della sua concretizzazione è vicinissimo.
A tutti i
ministri di Cristo che sostengono il buon combattimento della fede una volta e
per sempre insegnata (Giuda 1:3), oggi, più che mai, dobbiamo proclamare e
ricordare le verità contenute nella Scrittura (II Pietro 1:15), cercando di non
cadere nell’apostasia, nell’ecumenismo, nel secolarismo, nel libertinaggio, nel
legalismo, ecc., cercando altresì in ogni modo di dare il nostro apporto alla
difesa del Libro dei Libri (la Bibbia) il quale è stato suggellato col Sangue
del Re dei Re. A Lui solo vada sempre la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
A questo scritto
seguirà (se Dio vorrà) la seconda parte del video intitolato “Il Rapimento
della Chiesa”.
Pace e bene in
Cristo. Maranathà.
Alessio
Evangelisti M.
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